In una clubhouse particolarmente affollata, Marco Calvani ha ricevuto i primi applausi dal pubblico di Sassari, nella sua prima apparizione ufficiale da nuovo coach dei Campioni d’Italia.
Le prime parole di Calvani:
“Chiedo scusa per il ritardo ma come potete immaginare sono arrivato di fretta con tanto da fare e tante persone da incontrare. Stamane ho iniziato presto con la riunione con lo staff poi ho voluto incontrare individualmente i giocatori. Credo sia assolutamente necessario che chi lavora e sta a contatto con me conosca il mio pensiero. E ritengo che la cosa più opportuna sia confrontarmi con tutti, a partire dai giocatori, per capire come lavorare e collaborare insieme. Ringrazio la società per avermi dato questa possibilità, in un momento di grande cambiamento come quello che c’è stato sicuramente in tanti si sono proposti per questo posto ed è un onore essere qui. Sassari è un’eccellenza del panorama non solo italiano ma anche europeo, mi sento un privilegiato a indossare questa maglia e questa tuta. La storia dice che in questi anni Sassari ha meritato sul campo i riconoscimenti e credo che tutti noi abbiamo il piacere per lavorare in un ambiente sereno per un fine comune. Il mio ringraziamento va anche a Federico Pasquini che mi ha scelto. Il mio primo pensiero va a Meo Sacchetti che in questi anni ha dimostrato di aver fatto una pallacanestro, diversa dalle altre, che ha saputo interpretare al meglio dimostrando che può essere vincente. Credo possa essere per noi allenatori un modello dal quale attingere. Ognuno di noi poi deve essere se stesso e io non posso pensare di scimmiottarlo o di fare la sua pallacanestro. Ma i trofei che avete messo in bacheca in questi anni sono il riconoscimento a una società seria e ben organizzata, accompagnata da un gruppo competitivo e un allenatore vincente. Il secondo pensiero va al pubblico: ieri sera sarei stato sorpreso se non avessero dato ovazione e riconoscimento a ciò che ha fatto Meo in questi anni. In quella che poteva essere una partita equivoca il pubblico sassarese ha dimostrato quanto tiene alla squadra a prescindere dagli attori protagonisti e questa secondo me è un’attestazione importante. Quanto a me io sono un’aziendalista con le sue idee e i suoi principi di lavoro, la giornata per me inizia molto presto la mattina e finisce tardi la sera. Ho chiesto di avere un ufficio che possa essere il mio punto di riferimento, per incontrare tutti. Sono contento perché credo di essere nel posto giusto con una società seria e strutturata.”
Qual è la sua filosofia come allenatore?
“Ieri durante la partita ho osservato il match con grande attenzione e durante l’intervallo lungo mi sono confrontato a lungo con il gm Federico. Il mio percorso di crescita e formazione di cultura e istruzione è tale per cui la difesa costituisce il primo baluardo che ti permette di confrontarti con tutti, soprattutto nel momento in cui hai sterilità offensiva. Non possiamo pensare ci sia sempre il Logan con 100% dal campo, come ieri, questo può essere un valore aggiunto ma il presupposto della squadra deve essere la difesa. In attacco ho visto grande disponibilità nel passarsi la palla, ovviamente tutto deve essere ottimizzato. Quanto visto ieri è il nostro punto di partenza per iniziare un percorso di lavoro”.
In agenda c’è subito la partita con il Cska..
“Venerdì non andremo a Mosca con le braghe calate per lasciar fare al Cska quello che vuole, cercheremo di andare li per vincere con il giusto atteggiamento. Bisogna riportare Sassari ad avere una fiducia nei suoi mezzi per essere competitiva con tutte le potenzialità che possiede e puntare al meglio”.
Quali sono gli obiettivi?
“Sicuramente c’è il campionato italiano in cui fare bene e una competizione europea che ha tanti risvolti. Ci vorrà del tempo per capire se tutti i giocatori possono rispondere alle mie richieste o ci saranno delle necessità diverse. Oggi credo che questi siano i migliori giocatori che potessi avere. Il mio obiettivo non è sottolineare con penna rossa i loro errori, io sono pagato per ottimizzare le risorse umane del club e farle rendere al meglio possibile. C’è tanto lavoro da fare anche sotto l’aspetto psicologico: ieri prima della partita ho chiesto a Maffezzoli di poter parlare alla squadra. Mi sono presentato ai ragazzi e ho chiesto loro di avere fiducia nelle loro qualità, di togliersi la borsa di dubbi e incertezze che si portavano in campo e avere la testa leggera e divertirsi nell’andare a giocare. Noi siamo dei privilegiati che, grazie alla società e ai tifosi, possiamo fare una professione meravigliosa”.
Lei arriva da un viaggio in America, che esperienza è stata?
“Il viaggio in America è stato un update necessario e doveroso con una realtà importante. Il mio approccio è sempre con grande umiltà nell’ascoltare, è il mio ventiseiesimo anno come allenatore professionista, mi rapporto con umiltà alle cose ma poi mi faccio la mia idea anche alla luce della mia esperienza personale”.
Che idea si è fatto del campionato?
“Ci sono delle nuove realtà e la bellezza del nostro sport è che non sempre i soldi fanno i risultati, e non necessariamente le realtà dai budget più elevati dominano il campionato. Possono eccellere realtà interessanti come Pistoia, Trento e Reggio Emilia. Questo dà interesse e ossigeno al campionato. Il mio obiettivo è riportare Sassari nell’eccellenza che ha dimostrato di avere”.
Lei a Sassari ritrova il vice e due giocatori con cui ha già lavorato a Roma..
“Ovviamente trovare massimo Maffezzoli mi può aiutare, perché conosce già il mio metodo di lavoro. Ho visto grande feeling tra Massimo e Paolo e questo mi è piaciuto molto. Quanto a Lollo e Jarvis, sono passate delle stagioni e ovviamente tanta acqua sotto ai ponti. Alla Virtus ho fortemente voluto D’Ercole che mi ha risposto con una grande annata. A Jarvis ieri scherzando gli ho chiesto se fosse il fratello del giocatore visto a Roma. Ovviamente solo ed esclusivamente per spronarlo”.