Sono forse una delle più grandi eterne incompiute del panorama NBA, ma un roster di talento, giocate tra le più spettacolari della lega e una proprietà folcloristica, nella Lob City il divertimento e la passione sono sempre assicurati.
Passata Stagione
Da qualche stagione oramai i Clippers sono ospiti abituali della post season, ma pare che manchi sempre il centesimo per fare un dollaro. Emblematico il caso della passata stagione in cui, dopo aver spedito a casa gli Spurs grazie a un’incredibile gara 7, si sono visti sbarrare la strada dai Rockets a un passo da una storica finale di conference, sprecando – sopra 3-2 – in gara 6 un vantaggio superiore ai 15 punti a cavallo del terzo e del quarto periodo.
Novità 2015/16
Dentro Josh Smith, un giocatore che soprattutto dalla panchina e senza i galloni del leader può fare molto comodo, preso tramite scambio Lance Stephenson, che non sarà una stella assoluta ma che garantisce un buon apporto in entrambe le fasi di gioco, ritorna a casa – almeno per quanto riguardano i natali – il fedelissimo di Doc Rivers Paul Pierce, che da “Captain” si ritroverà a svolgere un ruolo di gregario di lusso, ma il vero “acquisto” in casa Clips è stato senza ombra di dubbio DeAndre Jordan, la cui rifirma del contratto è stata la telenovela più avvincente di questa finestra di mercato, con tanto di “inseguimento e sequestro in casa”. Il roster è stato completato inoltre da un uomo di esperienza quale è Pablo Prigioni. I sacrificati sono stati Glen Davis e Matt Barnes, non di certo pedine insostituibili. Ora con un quintetto Jordan, Griffin, Pierce, Redick e Paul e una second unit non più solo Crawford dipendente si può tentsre una nuova scalata alla vetta.
La Stella
Chris Paul o Blake Griffin, chi è la vera stella dei Clippers? Entrambi sono tra i 10/15 migliori talenti che attualmente possiamo ammirare, entrambi sono macchine da guerra complete per le statistiche garantendo punti, rimbalzi, assist e palle rubate a iosa, entrambi sono riusciti a farsi un nome all’interno di questa lega, ma entrambi hanno dimostrato delle pericolosissime amnesie quando il gioco si è fatto più duro. Al playmaker ex New Orleans si è imputato troppo spesso di entrare tardi nel gioco – e nelle partite che contato ciò costituisce un importa handicap per la sua squadra; Blake invece viene accusato quasi del contrario, ovvero di forzare troppo nei momenti caldi per poi perdere in fiducia e uscire man mano dal gioco. Quello che è certo è che insieme – e se sani – costituiscono un duo temutissimo da tutte le altre franchigie e difficilmente eguagliabile.
Obiettivi Stagionali
L’obiettivo non può essere diverso da quello di migliorare il risultato della passata stagione, le basi ci sono ma in una West Conference sempre più talentuosa, tale risultato non appare affatto scontato.
di Stefano Minerba
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