Il vento che quest’anno soffia sulla Windy City è quello del cambiamento: la prerogativa per i Bulls in vista della stagione ormai alle porte è infatti quella di lasciarsi alle spalle l’era Thibodeau, che, se da una parte ha visto nuovamente la franchigia dell’Illinois consacrarsi come una delle potenze ad Est, è stata d’altro canto decisamente avara di risultati.
Passata stagione 2014/15
La scorsa annata, nonostante il ritorno al traguardo delle 50 vittorie in RS, ha visto la corsa dei tori arrestarsi alle semifinali di conference, al cospetto dei Cleveland Cavaliers: in questa occasione, nonostante un Rose a tratti su livelli eccellenti, Chicago ha raramente dato l’impressione di essere sullo stesso livello di gioco di Lebron e soci, pur andando davvero ad un soffio dal 3-2 nella serie, sfumato grazie al buzzer beater di James. Nella decisiva gara 6, prima di capitolare sotto i colpi (proibiti e non, per informazioni chiedere a Taj Gibson) di Dellavedova, i Bulls hanno infatti segnato 40 punti in tre quarti di gioco, dimostrandosi una squadra offensivamente limitata e senza idee tattiche.
Proprio in tale pochezza offensiva e nell’immagine di un gruppo frustrato e senza più stimoli per esprimere il proprio potenziale, trova le sue radici la separazione da coach Thibodeau, per giunta da un pezzo ai ferri corti con la dirigenza.
Novità 2015/16
La principale novità come anticipato è rappresentata dal nuovo allenatore, colui che sostituirà Thibs, colpevole, non necessariamente per cause a lui imputabili, di ripetere la prima strepitosa annata nell’Illinois da 62 vittorie con Rose MVP.
La scelta è caduta su Fred Hoiberg, già tiratore scelto con la maglia di Chicago a cavallo del nuovo millennio, proprio nell’ottica di snaturare completamente i dettami tattici dell’ex allenatore della difesa dei Celtics. Hoiberg viene infatti dall’esperienza sulla panchina di Iowa State, dove, in piena sintonia con quelle che erano le sue caratteristiche in campo, ha messo in piedi l’attacco più spumeggiante dell’intero panorama del college basket, imperniato su transizione e pick’n roll/pop.
Al tangibile cambiamento nell’idea di gioco fa invece da contraltare la conferma in toto del roster 2014/15, in cui spiccano le estensioni contrattuali di Jimmy Butler (90 milioni per 5 anni) e Mike Dunleavy (14,4 milioni per le prossime tre stagioni); l’unica aggiunta è rappresentata dal rookie Bobby Portis, buon rimbalzista da Arkansas, che va ad inserirsi tuttavia in un ruolo, quello di ala, già ampiamente coperto.
La stella
Per impatto tecnico e mediatico, leadership e talento la figura di riferimento per i tifosi dei Bulls resta ancora Derrick Rose, ma, in considerazione dell’ennesimo infortunio che terrà l’ex MVP lontano dal parquet e di quanto fatto vedere la scorsa stagione, la stella della squadra che si presenta ai nastri di partenza della Regular Season sarà Jimmy Butler.
Fresco di rinnovo contrattuale e di premio come giocatore più migliorato dell’anno, l’ex Golden Eagle di Marquette è pronto a vestire i panni del leader offensivo (20 punti e 3,3 assist a gara ne 2014/15) ed allo stesso tempo ad agire da jolly difensivo sull’esterno avversario più pericoloso.
Prospettiva stagionale
Interrogarsi sulle possibilità dei Chicago Bulls per l’0annata al via è passatempo quanto mai delicato: molto dipenderà dallo scotto da pagare per il passaggio dal gioco difensivo al limite dei 24 di Thibodeau al “run & gun” di Hoiberg ed ancor di più, purtroppo come di consuetudine negli ultimi anni, dall’incognita rappresentata dalle condizioni di Rose.
L’obiettivo minimo è quello di rappresentare l’alternativa al dominio dei Cavs ad Est, ma con un D-Rose continuo ed in salute ed un Gasol come quello ammirato agli Europei sognare il settimo sigillo non costerebbe granchè.