40 punti, 12/19 da 2, 16/18 ai liberi, 11 rimbalzi (4+7). Secondo voi poteva perdere uno così? No, non sarebbe stato né giusto né corretto. Non tanto per quanto dimostrato dalla Spagna, spesso in balia degli eventi, non solo stasera, non fosse per questo Sansone invincibile quasi più forte adesso di dieci anni fa. Quanto per l’ubris figlia della smargiassa sicurezza con cui i francesi, in preda alla sicumera con la quale hanno condotto questa campagna europea, si sono approcciati agli ultimi minuti dei regolamentari. Traditi da Parker (10, 4/17 dal campo ed errori cruciali in regia), Batum (14, 3/14) e Diaw (5, 2/7, totalmente sfasato), ma non da De Colo (14, 6/12)– calato alla distanza e nullo al supplementare – i predestinati al successo subiscono la sentenza comminata l’anno passato agli spagnoli stessi. Allora, coloro che dovevano viaggiare in carrozza verso la sfida delle sfide con gli Stati Uniti in una finale già apparecchiata con una formula ad hoc, vennero ribaltati da un condensato di tattica, intelligenza e attributi inaspettato che oggi hanno restituito al mittente. Con una differenza non da poco: i francesi nel 2014 vinsero col collettivo, qua un uomo solo ha messo in ginocchio una nazione. Ora, un raggiante Scariolo e la sua truppa attendono la vincente di Lituania-Serbia.
In prima battuta, assistiamo a una sfida di grezzo basket da battaglia all’europea: quella dei ritmi bassi, sconnessi, delle difese tenaci e spigolose, degli avanzamenti pachidermici del punteggio. Francia-Spagna è troppo importante per garantire spettacolo vero, gli spagnoli sono cresciuti di forma strada facendo e non hanno intenzione di fare la vittima sacrificale dei padroni di casa. I quali abbandonano il torpore delle partite precedenti e provano a mettere la freccia già in avvio. La Spagna non ci sta e, sfruttando una mano pessima dei francesi da 2 (inversamente efficace alla mira da 3, di una musicalità incantevole nel fruscio della retina a bersaglio centrato), rimane incollata o quasi. L’elastico del vantaggio non dà mai ai padroni di casa l’illusione di avere in tasca la partita: Gasol giganteggia come nel resto dell’europeo, Batum spara a salve, Diaw pure, mentre Parker resta lì sornione a osservare, quasi disinteressato. 17-20 al 10’, poi le percentuali si sporcano ulteriormente e arrivare al canestro diventa un’impresa. Ci si trascina, di fatto, con gli uomini di Scariolo mai veramente brillanti, ma troppo esperti per esalare l’ultimo respiro in anticipo. La Francia può solo adeguarsi, forse anche consapevole di poter innestare le marce alte nella seconda metà, forte di una panchina più lunga. Al 20’ siamo 32-33: quasi un nulla di fatto. La Francia conosce la sua vastità, la Spagna prega che Gasol continui a compiere miracoli.
Equilibrio fragile, che si rompe a metà terzo periodo, quando Parker imbuca da 6.75 il +5 e Lauvergne diventa l’hombre del partido, con un tiro da 2 dall’angolo che nessuno avrebbe pronosticato entrasse, e una tripla di tabella che i più fatalisti vedono quale definitivo segnale sull’esito conclusivo. Giunti sul 50-61, gli spagnoli, nel caos, guardano al loro dio in carne ed ossa: Pau Gasol, chi se no? Dalla lunetta, la Spagna ricuce fino al -6, ma sembra un’armata troppo spuntata, che prolunga la propria agonia. Sono anche sfortunati, gli ex re d’Europa, perché ogni palla vagante è dei Bleus e anche le triple impossibili, come quella di De Colo del 52-61 al termine di un’azione tutt’altro che da manuale, spingono il pubblico di Lille a un entusiasmo sempre più esagerato. La Spagna difende egregiamente ma non riesce a tappare tutte le falle che si aprono inevitabilmente quando la palla si muove veloce da una mano all’altra, così che alla fine il tiratore meglio piazzato e pronto a colpire gli uomini di Colet lo pescano sempre. Tradiscono Mirotic, Rodriguez, l’acciaccato Fernandez: le mani sono fredde, rigide. A 5’ dalla sirena finale, nessun giocatore in maglia rossa oltre al totem dei Chicago Bulls è in doppia cifra. La Francia però è accidiosa, svagata come uno dei suoi paladini, quel Boris Diaw stasera assai irritante: non si segna più dal campo, e nella lotta dei liberi è il super Gasol di questi tempi a rosicchiare, brava formichina, punti preziosi.
A 4’ dal termine la Spagna è a-3, 58-61 e la Francia sembra consegnarsi ciecamente a Parker, affidandosi a lui quasi inerme: gioco pericoloso, quello di cercare il salvatore della patria. La zona paralizza le canotte blu, Parker, accerchiato, pasticcia. Si innesca un 8-0 sublimato dalla schiacciata di Gasol per il -1. 3’, e tutto è in bilico. Gasol sorpassa vestendo i panni di Jabbar con un gancio-cielo geometricamente perfetto, Rodriguez sembra dare l’allungo decisivo con la penetrazione – difesa malissimo dai francesi – del 63-66. Sull’orlo del dramma sportivo, Batum pareggia sgusciando via dalla guardia di Fernandez e siglando il 66-66. Supplementare, non prima di una signora stoppata di Gobert su Gasol lanciato verso la segnatura del trionfo-nemesi.
Nemesi solo rinviata, perché nei supplementari succede, in estrema sintesi, quanto accaduto nei tempi regolamentari: con solo viaggi in lunetta o quasi, la Francia approda al +3 a 1’04”, che poteva essere un +6 se Parker (0/2) e Diaw (1/2) avessero fatto il loro dovere dalla linea della carità. Qui, risale in cattedra Pau Gasol: e gli allievi, sia i compagni che gli avversari, si zittiscono. In 46”, il mondo si ribalta, con un 6-0 firmato dall’incommensurabile centro di Scariolo, che a suon di rimbalzi offensivi e schiacciate getta la Francia nell’incubo. La cretinata dell’anno di Claver, che va a commettere fallo a 18” dalla fine su Batum in disordinata sospensione per una realizzazione oltre i 6.75, non ha conseguenze grazie allo 0/3 successivo. Il buon Nicolas, appena vede il primo libero uscire alla sua sinistra, capisce che tutto è perduto. I francesi non riescono nemmeno più a fermare il cronometro, Gasol affonda l’ennesimo pallone con sadico piacere per l’80-75 conclusivo. Dolce, dolcissima, crudele vendetta.
Spagna-Francia 80-75 (17-20; 32-33; 48-56; 66-66)
Spagna: Gasol 40, Fernandez 7, Rodriguez 15, Hernangomez, Ribas, Reyes 2, Claver 2, San Emeterio, Llull 7, Aguilar, Mirotic 7, Vives.
Francia: Westermann, Batum 14, Lauvergne 11, Kahudi, Parker 10, Fournier 3, Pietrus, De Colo 14, Diaw 5, Gelabale 10, Gobert 8, Jaiteh.