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ItalBasket, Bargnani: “Oggi siamo più forti. Vincere l’Europeo? Difficilissimo. Sulla mia carriera NBA…”

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Al Torneo di Trieste l’Italia concluderà la fase di preparazione in vista di EuroBasket 2015. Quella vista in campo è stata una Nazionale che ha confermato l’enorme potenziale ma che ha ancora importanti margini di miglioramento soprattutto nella gestione delle partite. Tra i personaggi più attesi c’è sicuramente Andrea Bargnani. Dopo la non felice parentesi ai Knicks, il 29enne lungo azzurro ripartirà dai Brooklyn Nets. «C’è il tempo giusto per tutto – dice l’azzurro a La Gazzetta dello Sport, in risposta alle pesanti accuse piovute da Phil Jackson – avrei delle risposte ma sarebbe egoista innescare polemiche oggi che la sola cosa importante è la Nazionale. Più avanti, volentieri. In 9 stagioni Nba ho fatto i plavoff solo due volte. Sento la rabbia in senso positivo e la voglia di sentirmi parte di un gruppo vincente per costruire qualcosa più grande del tuo orticello. Segnare 20 punti a partita nella Nba è figo ma ha sempre meno importanza. Quanto pesano gli anni difficili? Negli ultimi 4 anni ho saltato un numero spropositato di partite, più della metà a causa infortuni: muoio dalla voglia di giocare e stare bene perché, quando ho giocato, i numeri sono lì da vedere. Recriminazioni? Umano pensare ai tanti infortuni: non è che quando ti fermi per la sesta, settima volta ti incazzi di meno, la frustrazione e il dovere ripartire da zero perdendo ritmo, condizione e la velocità, che è la mia caratteristica, è grande. Ma pensare a cosa sarebbe potuto accadere è la formula dell’infelicità, mi diverto ancora tantissimo a giocare al massimo livello. Un obbiettivo? Oltre vincere? Essere più altruista: a 20 anni pensi solo al tuo tiro, al decimo anno di Nba ho l’esperienza per aiutare i compagni».

Sullo stato di salute dell’Italia, il Mago aggiunge:«Si sono evidenziati i pregi e i difetti della squadra. Con l’Ucraina siamo arrivati a + 28 senza avvertire la minima fatica, ma non abbiamo ancora la durezza mentale nell’arco dei 40′ indispensabile in un basket diverso da quello al quale io, Gallo e Beli siamo abituati. Dire che dobbiamo costruirla suona male, mancano solo 10 giorni all’Europeo. Questa durezza l’abbiamo dentro e dobbiamo tirarla fuori: se facciamo i paragoni uno contro uno con gli avversari affrontati non c’è corsa, ma il basket non è fatto solo di talento. Qui la chimica del gruppo deve funzionare sempre. Sul gioco Europeo? E’ sempre molto stimolante giocare in Europa, non solo per l’onore di essere in Nazionale. Devi imparare cose diverse e migliorarti, se giochi come nella Nba non vai da nessuna parte».

Perché questa Nazionale andrà meglio di quella del 2011, l’ultima al completo prima di oggi?«Siamo tutti più esperti e maturi, non solo noi Nba, tutti. Anche nel 2011, quanto a talento, a Germania e Israele ne davamo una pista e si parlava, come oggi, della potenza di fuoco di Gallinari, Bargnani e Belinelli. Ma non fummo in grado di costruire il gioco, di “come together”. Oggi siamo ancora giovani, nel nostro “prime” ed è un’Italia diversa e più forte».

Vincere l’Europeo?«Difficilissimo. Io, Beli e Gallo abbiamo tanta voglia di fare qualcosa di grande con l’Italia, visto che non ci siamo ancora riusciti. Sarebbe arrogante fare sparate. Sulla carta siamo molto forti, ma ci sono delle cose che vanno aggiustate».