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Forlì è pronta a ripartire. Il neo patron Rossi: “Vogliamo la A”

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PMS-FORLI

Dopo l’umiliante parentesi della scorso anno, il basket a Forlì è pronto a ripartire. Con una buona spinta da parte dell’amministrazione comunale, sarà il patron di Lugo Giuseppe Rossi l’uomo incaricato di far ripartire la macchina. Progetti, ambizioni e speranze quelle che attorniano il presidente della Pallacanestro 2.015 che fa il punto della situazione ai microfoni de Il Resto del Carlino

Siete pronti?
«Sì, e non solo perché la squadra è fatta. Abbiamo una ventina di partner, tra sponsor e futuri soci. Come avevamo promesso, siamo tutti forlivesi. Tranne me…».

Facciamo un passo indietro. A quando lei era ancora soltanto il presidente di Lugo. Poi… «Una domenica di novembre vado a Imola a vedere la partita. È l’ultima di Gigi Garelli con Latina. Lo esonerano. Gli dico: vuoi venire da me, vorrei fare un campionato di vertice… In quei giorni mi scappa detto che mi sarebbe piaciuto venire a Forlì. E lì comincia tutto».

C’era ancora Boccio. Lei aveva capito che stava per finire? «Dai, su: l’avevano capito tutti…».

Poi lei dice che è impegnato con il nuovo capannone della sua azienda, l’Òrva. Alla fine, però, a Forlì è venuto lo stesso.
«Ma in quel momento Forlì stava trattando con Ravenna».

E lei se l’era un po’ presa. «Io? Macché! Capisco benissimo: io non avevo l’A2 da offrire».

Dicono che lei e l’assessore allo sport Sara Samorì all’inizio non vi siate capiti. Lei voleva fare tutto da solo. «Le spiego la mia idea. Io, in tanti anni, ho sempre fatto da solo».

Appunto. «Ma ha visto com’è finita Treviso con un uomo solo al comando, anche se si chiama Gilberto Benetton? Dagli scudetti al nulla, all’improvviso. Sono rinati facendo quello che vogliamo fare noi, un consorzio».

Dove lei avrà di fianco altri imprenditori. «Il punto è un altro. Il consorzio sarà proprietario al 100% del basket forlivese. Poi al suo interno ci saranno quote grandi e piccole. Ma ci sarà un organismo in grado di garantire continuità alla pallacanestro: lo stiamo già studiando, potrebbe anche essere una fondazione, come a Bologna la Virtus».

A ottobre il basket diventerà una società di capitali. «La vera novità la dobbiamo preparare per la primavera, quando costituiremo il consorzio o la fondazione in vista della stagione 2016/17. Speriamo in A2…».

E se alla fine vince Cento?
«Cento ha preso quattro reduci da un infortunio. E io ho Garelli, l’allenatore migliore del campionato. Vogliamo vincere».

Quest’anno farà il presidente. Poi l’anno prossimo…?
«Avrò una quota, anche piccola. L’ho sempre detto, sono pronto a passare la mano».

Non sarà troppo presto?
«Io ci ho messo il know how, l’esperienza, per ripartire. Non posso pensare che Forlì, così appassionata, non sia in grado di esprimere un presidente…».

Molto fiducioso. Oppure ha ragione chi dice che un socio le abbia già detto sì…
«Guardi, vogliamo che all’interno sia rappresentata tutta l’economia forlivese. Si deve ricreare fiducia. Io vengo da Bologna, ma voi romagnoli mi avete insegnato che una stretta di mano è più importante di tutto. Ecco, vogliamo creare questo clima: i quattrini li metti solo se ti fidi, delle persone e del progetto. Il basket, alla fine, è come un’azienda. E io faccio il manager…».

Lei disse che i nuovi soci li vagherà il Comune. Non è un’ingerenza nei vostri affari?
«All’inizio il passaggio è obbligato, io non conosco bene la città. Il Comune ci ha dato un aiuto incondizionato, posso solo ringraziare».

Qualcuno si aspettava che a Lugo lei lasciasse solo le giovanili. Invece no. Non sta spendendo risorse che farebbero comodo qua?
«È bene che ogni piazza faccia coi suoi mezzi. Lugo farà la C insieme a Orva, io darò solo consigli: in fondo, sono riuscito a vincere la C2 anche con 60mila euro di ingaggi…».

A Lugo ha vinto più volte C e D.
«E le rivinco quando voglio. Se mi sono buttato in questa avventura è perché stavolta vorrei conquistare la serie A».