Danilo Gallinari, ospite nella redazione de “La Gazzetta dello Sport”, risponde a domande sul suo futuro e su quello della sua squadra, sul possibile nuovo coach e sul pronostico delle Finals. Ecco a voi l’intervista firmata Davide Chinellato:
Danilo, sei pronto ad essere il prossimo leaderdi Denver?
“Sono sempre pronto, ma è chiaro che servono un allenatore e una società che mi diano quel ruolo. L’obiettivo deve essere quello di non finire la stagione a metà aprile: bisogna andare ai playoff e lì cercare di andare il più avanti possibile. La società ha i migliori propositi, quindi dobbiamo costruire una squadra vincente. Anche se conosco da tempo i miei attuali compagni e spero che il roster sia quasi lo stesso”.
I Nuggets non hanno ancora un coach: vorresti fosse Melvin Hunt?
“Sì, spero che sia lui il nostro prossimo coach. Conosce molto bene il basket, non solo quello americano ma anche quello europeo, caratteristica che in un coach Nba può fare la differenza. E’ una persona molto positiva, molto brava a motivare i giocatori. So quanto ci tiene a fare l’allenatore e penso abbia le possibilità per avere successo. Farlo insieme sarebbe bello”.
Dalle difficoltà col suo predecessore, Brian Shaw, cosa hai imparato?
“A non dare nulla per scontato. Lui con me non ha avuto pazienza, e quando hai un giocatore che ha un certo status in Nba e in squadra devi averla. Penso a gente come Westbrook e Rose, che ha avuto infortuni simili ai miei e che al rientro giocavano comunque 35 minuti e avevano attorno persone pazienti. Le cose sarebbero andati in maniera diversa se lo fosse stato con me, come lo è stata la società, con cui ho un ottimo rapporto e le stesse vedute. Ma la società e Shaw non sono mai state sulla stessa pagina”.
Che obiettivo ti sei dato per questa fase della tua carriera?
“Voglio vincere l’anello e farlo da protagonista. Un trofeo di squadra ti da qualcosa che un riconoscimento individuale non ti da”.
Pensi ci siano le condizioni per farlo a Denver?
“Sì, e lo dimostra il fatto che prima di cambiare coach e gm abbiamo fatto i playoff per 10 anni di fila, 3 da quando sono in squadra e avendo molta sfortuna. Eravamo sulla strada giusta, ci possiamo tornare senza problemi”.
Se ti dovessi rendere conto che a Denver non ci sono le condizioni per vincere, sei pronto a cambiare?
“Non voglio pensarci adesso perché Denver mi piace molto. Ho un ottimo rapporto con la società e con la gente, l’ambiente intorno alla franchigia è bellissimo. Sarebbe un sogno poter fare qualcosa di importante lì.”
Finals 2015: su chi punti? “Dico Warriors. Hanno un sistema molto divertente, fanno girare la palla, lasciano la libertà ai giocatori di leggere le situazioni. Hanno creato una chimica di squadra difficile da riprodurre. Mi piace molto”.
Curry o LeBron?
“Steph ha fatto una stagione incredibile, e sta facendo cose incredibili non solo a livello di numeri. Non lo conosco bene, ma conosco molto bene alcuni suoi compagni di squadra: me ne parlano tutti come un ragazzo super, che fa quello che gli si dice, sempre in palestra e con buona volontà. Sono caratteristiche che non sempre si vedono nelle superstar. Non che LeBron non sia così, anzi è un animale da palestra anche lui. Ma direi Steph”
Stai sentendo il tuo amico Mozgov?
“Si, quasi ogni giorno. Mi ha chiamato l’ultima volta dopo essersi fatto le foto col trofeo della Eastern Conference. E’ molto contento, si merita tutto quello che gli sta succedendo perché è un ragazzo intelligente e bravo. La cosa che più mi ha impressionato però è quando mi ha detto Non so come sto, sono talmente stanco che non capisco cosa mi sta dicendo il mio corpo. Sono contento per lui”.