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Brindisi: “The day after” tra emozioni, dubbi e speranze. Un occhio al futuro

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Piero Bucchi e Daniele Michelutti

Nella mattinata della giornata di ieri si è ufficialmente chiusa la stagione sportiva dell’Enel Basket Brindisi. Se tecnicamente lo era già da qualche giorno a causa dell’eliminazione dai playoffs scudetto patita al cospetto della Grissin Bon Reggio Emilia in una tiratissima serie decisa in gara 5, il rompete le righe è giunto formalmente in una cerimonia svolta al foyer del Teatro Verdi alla presenza di squadra, staff, componenti della società e delle cariche amministrative della città, giornalisti e tifosi. Tutti presenti dunque per dare l’ultimo caloroso saluto ai protagonisti di un’annata che ha proiettato comunque Brindisi sempre più in alto nel panorama cestistico italiano, e non solo, avendo partecipato per la prima storica volta ad una competizione europea (l’EuroChallenge).

Com’è giusto che sia in questi casi, sono gli applausi a far da cornice all’evento introdotto dal Presidente Fernando Marino. Le riconoscenze vanno al lavoro svolto da tutto lo staff tecnico e medico e dai giocatori in primis, supportati da uno straordianario pubblico che nei playoffs è tornato “quello dei vecchi tempi” capace di far venire la pelle d’oca per l’entusiasmo e il calore prodotto. Tuttavia ieri è stata anche l’occasione per carpire progetti e speranze per la stagione a venire, avvolta da un grosso punto interrogativo, non in termini ovviamente di sopravvivenza, bensì di progettualità.

Il team biancoazzurro quest’anno è andata vicinissimo a centrare una semifinale scudetto che avrebbe avuto il sapore di vera impresa. Nel momento clou però la squadra ha mancato il definitivo salto di livello, soprattutto in gara 4 dinanzi al proprio pubblico, quando poteva mettere definitivamente K.O. Reggio. Sul -1 al rientro in campo dagli spogliatoi Pullen &Co. si sono sciolti come neve al sole, facendosi scivolare via la partita sotto i colpi di Kaukenas. La mancanza di grinta e aggressività ha destato molte perplessità, aldilà degli aspetti tattici e atletici. Queste riflessioni hanno portato all’analisi di uno dei punti chiave da sciogliere: la presenza di molti americani in squadra, dalle risapute diversità culturali per atteggiamento mentale e fisico, tra l’altro privi di esperienza in Italia o in Europa, porta inevitabilmente a soffrire la verve e la foga agonistica di italiani come Cinciarini e Polonara (tanto per fare un esempio) o di giocatori più scafati, che lottano dal primo all’ultimo minuto come se non ci fosse un domani, a maggior ragione nei playoffs e nelle gare da “win or go home”. Generalizzare non è naturalmente corretto, ma in questi casi più di un indizio fornisce una prova. Aspetto da non sottovalutare il probabile prossimo assetto che i team dovranno assumere tra due stagioni. I vertici del basket italiano stanno spingendo per l’intruduzione del 6+6, ovvero sei giocatori italiani più sei stranieri all’interno dei roster. Ciò comporterebbe una ricerca approfondita di atleti azzurri a partire già dal prossimo mercato, per non farsi trovare successivamente impreparati ad affrontare questo ventilato cambio di sistema.

tifosi, brindisi

Per il futuro quindi l’intezione sarebbe quella di costruire una squadra più omogenea. Ma da chi si riparte? Il punto fondamentale è proprio questo. Piero Bucchi ha un altro anno di contratto e questo è l’unico aspetto certo e fondato. La permanenza a Brindisi tuttavia non è così al sicuro. Il coach bolognese ha avuto già richieste da Avellino e Venezia, pronte a offrire sul piatto cifre importanti. Il fronte laguanare è particolarmente caldo, vista la probabile decisione di coach Recalcati di lasciare il basket, ma nelle ultime ore la candidatura del vice De Raffaele sta salendo sempre più alla ribalta, sparigliando le carte. Il borsino delle percentuali si sposta di giorno in giorno e la sensazione è che almeno fino al termine dei playoff il quadro non sarà del tutto chiaro. Molto dipenderà anche dal budget che Brindisi avrà per finanziare il prossimo triennio. Il presidente Marino nei prossimi giorni discuterà il rinnovo con il main sponsor Enel, che ieri comunque (per via delle parole del responsabile delle relazioni esterne) ha rassicurato sull’impegno del colosso energetico. La sensazione è che l’Enel vorrà mantenere le stesse cifre di sponsorizzazione anche se la società punta ad avere qualcosa in più per consolidare gli alti livelli raggiunti. Sul fronte dirigenziale invece pare lontano dalla Puglia il Direttore Sportivo Renato Nicolai, i cui termini del contratto son scaduti.

L’ultimo aspetto, ma non certamente per importanza, riguarda il roster. L’unico certo di indossare nuovamente la canotta biancoazzurra è David Cournooh, forte di un anno di contratto più uno ulteriore con il benestare di ambo le parti. Per il resto del team la situazione è ancora in alto mare. Se per i vari Mays, Denmon, Pullen, Eric le possibilità di conferma sono pressochè nulle per vari motivi, la speranza è che Andrea Zerini possa rimanere per la quinta stagione a Brindisi. Discorso a parte merita Cedric Simmons, lungo degente dal brutto infortunio patito in stagione ai legamenti del crociato del ginocchio sinistro. Il centro ex Oympiacos proseguirà il percorso di riabilitazione e se verrà ritenuto in buone condizioni, la società tenterà di trovare un accordo per continuare il rapporto. Residue speranze infine per Turner e James. Un tentativo è stato fatto per l’ex Pesaro, con l’intenzione di riportalo al ruolo di guardia pura rispetto a questa stagione vissuta in apnea per via di una posizione da ala piccola a lui non congeniale. James invece è il simbolo degli ultimi due anni per la voglia di lottare ed emergere. Anche in questo caso però ci sarà da attendere come avvenuto in fin dei conti nella scorsa estate.

Dubbi, speranze e sogni dunque aumenteranno il calore dell’estate brindisina. Si prospettano giorni intensi di riflessioni per poi spingere il piede sull’acceleratore in vista della prossima stagione sportiva.