La Grissin Bon ha colto un obiettivo importante, la semifinale playoff che mancava dalla stagione 1997/1998. Secondo Andrea Cinciarini, capitano della formazione biancorossa, Reggio Emilia ha ancora tanto da dare, così come riportato nell’intervista della Gazzetta dello Sport alla vigilia di gara-1 contro la Reyer Venezia.
Reggio torna in semifinale dopo 17 anni: un traguardo o un punto di partenza?
«Entrambe le cose, è un traguardo perché è il frutto di un percorso iniziato 3 anni fa quando Menetti e Dalla Salda mi fecero sentire importante dopo l’esperienza finita male con Cantù, ma è un punto di partenza perché il nostro obiettivo è la finale».
Da “oggetto misterioso” a miglior assistman del campionato e uomo chiave in nazionale. Cos’è scattato?
«La fiducia, l’ambiente e una maglia che sento cucita sulla pelle. Il ruolo di playmaker è il più bello e allo stesso tempo il più difficile perché devi togliere a te stesso per dare ai compagni: ho capito che se non hai fiducia in te stesso non puoi trasmetterla agli altri».
Quali potrebbero essere le chiavi tattiche della semifinale?
«Venezia in casa va ai mille all’ora e spinge in contropiede, noi dovremo continuare ad eseguire i giochi curando i dettagli, sarà una serie molto lunga e quando il fisico ci abbandonerà dovremo andare avanti con il cuore».
Cinciarini-Stone sarà il duello decisivo?
«E’ uno dei duelli, ma non l’unico e di Venezia mi fanno molta paura anche tutti gli ex Siena come Ress, Ortner e Viggiano, gente che è abituata a giocare partite importanti e che può girarti la serie in un attimo».
Nella Reyer ci sarà anche il suo amico Aradori…
«Quel ‘cagnaccio’ di Pietro l’ho sentito anche poco fa, siamo amici per la pelle, condividiamo la stanza in nazionale e confesso che in estate ho provato a convincerlo a venire a Reggio, ma voleva un’esperienza all’estero. Ha un talento offensivo pazzesco e non dovremo mai perderlo di vista».
Il talento non vi manca, la coppia Kaukenas-Lavrinovic sta facendo faville…
«Irreali anzi, illegali! Darjus tecnicamente è ancora uno dei giocatori più forti d’Europa, mentre Rimas, a 38 anni, è quello che ha più voglia di allenarsi di tutti e sta indicando la strada a chi vuole diventare un campione: va a correre nel giorno libero e fa 200 tiri in uscita dai blocchi ogni allenamento, un fenomeno».
Drake Diener invece fa fatica, cosa non funziona?
«Le valutazioni sul suo rendimento non devono essere ridotte al ”quanti punti fa”, ci sta dando tanto in difesa e a rimbalzo e anche offensivamente si sta sbloccando».
Milano-Sassari, verdetto già scritto?
«Milano è superiore, ma molto dipenderà dal duello fra gli esterni: da una parte Hackett, Brooks e Gentile e dall’altra Logan, Dyson e Sanders».
Scudetto a Reggio, un’utopia?
«Intanto prendiamoci la finale che dovrebbe darci la possibilità di fare l’Eurolega, una parola che mi fa venir la pelle d’oca solo a pronunciarla».