Senza aumentare il suo minutaggio in campo, ha fatto passi da gigante, talmente grandi da meritarsi quest’anno il Most Improved Player Award, il premio che viene dato ai giocatori che migliorano parecchio rispetto all’anno precedente. Il protagonista è il 24enne Jimmy Butler che ormai è diventata una nuova star nelle fila dei Chicago Bulls, la squadra che lo ha scelto nel 2011 nel primo draft. La guardia di Chicago ha vinto con ben 535 punti, dietro di lui, ma molto indietro, Draymond Green di Golden State con 200 punti e terzo Rudy Gobert di Utah con 189 punti, meno di cento votazioni ha ricevuto invece Hassan Whiteside (88 pt) di Miami.
Proprio come la stagione passata, la 2013-2014, Butler è rimasto in campo con una media di 38.7 minuti, ma i numeri di realizzazione sono cambiati: è passato da da 13.1 punti a partita, con il 39.7% dal campo e il 28.3% da tre, a ben 20 punti di media con il 46.2% al tiro e il 37.8% dalla lunga distanza (Gazzetta dello Sport). Un miglioramento a 360 gradi quello dell’americano che si fa sentire non solo in attacco, ma anche in difesa, tanto da essere tra i pilastri incaricati di limitare un avversario come LeBron James (Chicago e Cleveland sono alla scontro nei quarti di finale e per orario la serie è sull’1 pari) in una post season tra le più importanti, finora, della sua carriera cestistica. Un talento che è stato anche convocato all’All Star Game di New York e che certo non passa inosservato agli occhi di coach Thibodeau.
Dove sarà il prossimo anno il giovane prodigio? La certezza ancora non c’è, ma sembra destinato a rimanere a Chicago con un max contract, ma anche certo che Butler a fine stagione sarà un restricted free agent e allora Thibodeau e società non dovranno farselo scappare.
Photo: Shinya Suzuki