NBA – Ettore Messina sul futuro degli Spurs: ‘Qui ho imparato tanto. La mia impressione è che la fine sia lontana’
Uno dei made in Italy texani, Ettore Messina, ai microfoni del Corriere di Bologna. Chiacchierata sul futuro dei San Antonio Spurs. Inevitabile provare a risolvere i grandi quesiti: Pop? Duncan? Manu? Il vice? «La mia impressione è che la fine sia lontana, – ha affermato – Pop è il più carico di tutti, io sono al lavoro seguirò la preparazione al draft, poi verso la metà di giugno tornerò un po’ in Italia prima di raggiungere di nuovo gli Spurs per la Summer League. Ginobili e Duncan hanno carta bianca, – ha continuato – qui tutti sono rispettosi delle loro decisioni visto quanto hanno dato alla squadra. Ma l’altro giorno in una strada poco distante dalla palestra è comparso un grande led luminoso con questa scritta: “Tim e Manu, siete troppo giovani per ritirarvi”.
Nessuno vuole che smettano». E soprattutto i primissimi innamorati di loro, tutti i tifosi che «quando siamo rientrati a casa dopo gara 7 persa a Los Angeles sono venuti a salutarci e sostenerci, – ha raccontato Messina – quando vedi queste cose probabilmente ti chiedi ‘Perché devo smettere e lasciare tutto ciò?’. L’ambiente qui è unico, ma se dovesse succedere qualcosa di grande gli Spurs hanno piano A, B e C». Leonard e Belinelli? «Kawhi deve imparare che la continuità, per una potenziale stella, è tutto. Duncan è diventato Duncan perché ogni giorno si è fatto il culo, a 39 anni domini ancora solo se ti alleni non se ti riposi; Marco ha superato l’esame dell’anno dopo una vittoria. Infortuni problematici ma ha chiuso in crescendo con un buon playoff. Sarà un’estate importante per lui».
Giunti alla fine di una stagione è normale anche guardarsi indietro, soprattutto se la corsa al secondo anello consecutivo è stata interrotta al primo giro
: «Ci siamo spremuti fino in fondo, ma ci sono molte cose che avremmo potuto fare meglio,- ha ammesso il vice di Pop – abbiamo avuto infortuni in momenti chiave dell’anno, abbiamo dovuto resettare la vittoria dell’anno scorso, ma poi alcuni errori che non dovevamo fare li abbiamo pagati. Qualche partita buttata, ad esempio». Una solo sfida, l’ultima di regular season, avrebbe cambiato le sorti del tabellone playoff: «Se avessimo vinto a New Orleans saremmo finiti in una posizione diversa di classifica e al primo turno non avremmo incontrato i Clippers, per i quali Pop ha spero emozionanti complimenti, senza il vantaggio del fattore campo. Siamo amareggiati per le sconfitte in casa». Sconfitta di gara 7? «Onestamente non ho mai visto reagire a una sconfitta con la serenità e la classe a cui ho assistito qui a San Antonio». Guardarsi indietro va bene, ma anche fare un bilancio è importante, soprattutto a livello personale: «Ho imparato tanto, ho allenato tre gare da capo allenatore, ho visto come gestire una crisi come quella vissuta tra dicembre e gennaio ma anche una serie di vittorie e una sfida di playoff. Ho compreso meglio le dinamiche della lega. E ho vissuto una stagione con gente come Duncan, che a 39 anni è stato ancora il nostro mvp». Un pezzettino di cuore di Messina, anzi, uno spicchio, è assolutamente rimasto in Italia, naturalmente a Bologna: «E’ bellissimo rivedere la Virtus ai playoff, ho tenuto i contatti telefonici con Bologna, sia con Giorgio, sia con i miei amici virtussini, mi ha fatto un enorme piacere».