Count Down: Feldeine torna leader, si rivede Abass. A Pesaro non basta l’intelligenza di Lorant
Finisce con Cantù che porta a casa i due punti e si frega le mani per i risultati dagli altri campi, mentre Pesaro ora trema davvero, superata dall’impresa Juve contro Reggio Emilia e relegata all’ultimo posto in classifica. Se i biancoblu hanno ora la certezza, con una vittoria a Roma già eliminata, di entrare nella postseason con la 7^ testa di serie, i marchigiani si giocheranno tutto nello scontro diretto con Caserta di Domenica all’Adriatic Arena. Sempre che nel frattempo non intervenga la sentenza sul punto di penalizzazione ai campani, goffamente rinviata fino al 5 Maggio dai vertici del basket e dalla giustizia sportiva nella speranza che nel frattempo il campo avesse già risolto la questione. Intanto, come sempre in count down, ecco i fattori chiave del match del Pianella che hanno dato la vittoria agli uomini di Pino Sacripanti:
10 su 26 da tre punti per Cantù, che ricorre al tiro pesante più spesso del solito, soprattutto nel primo tempo (6/16 alla pausa lunga), quando la palla gira molto più fluida e si creano buone opportunità anche in transizione. Diversa la musica nella ripresa, in un terzo quarto giocato a ritmo molto più lento, grazie all’ottima transizione difensiva di Pesaro, che lascia però per strada le triple (8/27 alla fine, ma solo 3/16 dopo l’intervallo) che potrebbero riaprire il match.
9 come i punti di un solido Awudu Abass (3/5 da due, 1/2 da tre), protagonista di un match di buon livello agonistico, come non capitava da tempo. C’è un momento che segna la sua partita a fine terzo quarto, quando non se le manda a dire con Feldeine che lo aveva pesantemente richiamato per un mancato aiuto difensivo. Dall’episodio che poteva metterlo fuori partita, oltre che far sbandare tutta la squadra, il colored comasco riparte per aggredire i due lati del campo e suggellare il break biancoblu con due schiacciate in campo aperto.
8 come gli assist di un Johnson-Odom (12, 4/7 al tiro) in versione uomo squadra. Nella sua partita a tutto tondo ci sono anche ben 12 rimbalzi (tutti difensivi), testimonianza dell’intensità che mette in campo, per un 23 di valutazione che è la più alta del match tra i suoi. Anche 5 perse nella sua gestione, nel complesso poco costose, all’interno di una prova quasi sempre in controllo
7 su 11 dal campo per Wally Judge (15 con 9 reb), minaccia costante per la difesa di Sacripanti, grazie ai movimenti in post e alla mano educata dalla media, specie dal mezzo angolo.
6 punti e 6 rimbalzi nella convincente prova di Eric Williams, cui si devono le chiusure difensive del primo tempo contro le quali si infrange l’attacco Vuelle e da cui nasce la transizione canturina della prima metà. Anche nella ripresa il suo ingresso cambia volto alla difesa biancoblu, rispetto a uno Shermadini meno intenso. Non a caso il +21 di plus minus del centro da Wake Forest è il più altoper VitaSnella dopo il +22 di Metta.
5 su 9 da tre per James Feldeine (20, 4 reb e 2 assist), che bissa la prova individuale di Reggio (durata però solo un tempo come tutta Cantù) spezzando in due il match nel primo tempo, quando infila i primi tre missili, uno dietro l’altro, scavando il solco che orienta la partita. Gli altri due traccianti arrivano nei 10′ conclusivi, quando i brianzoli devono rivincere la partita dopo la rimonta pesarese. Per impatto e peso specifico delle sue giocate merita senz’altro la palma di MVP di serata. E 5 sono anche i rimbalzi di Stefano Gentile (12, 4/7 dal campo), con lui in campo insieme al dominicano e DJO si vede la migliore versione di Cantù nella serata, prima che una contrattura al polpaccio consigli Sacripanti a tenerlo a riposo nella seconda metà.
4 su 6 dal perimetro per Peter Lorant (20, 6 reb, 25 val.), unico autentico rebus sul piano tattico per la difesa di Sacripanti. Il modo in cui si apre sul perimetro per sparare da tre quando il diretto avversario non lo segue o allargare il campo per i pick’n’roll degli esterni tiene la Vuelle agganciata la match anche quando il divario va sopra la doppia cifra. Peccato che per i compagni non sia serata altrettanto buona al tiro, altrimenti Pesaro avrebbe potuto quanto meno giocarsela fino in fondo.
3 falli subiti, 2 assist e –1 di plus/minus (secondo migliore tra i suoi dopo Judge) nei 16′ in campo per Niccolò Basile. Il ragazzo di Altamura, classe ’95, non va a segno dal campo (0/2 da due, 0/3 da tre), ma si fa apprezzare per la faccia con cui tiene il campo, specie nella terza frazione, il momento migliore per la Consultinvest.
2 come le triple di Metta World Peace (8, 2/6 da tre, 2 assist, 22 di plus/minus), la prima delle quali davvero chirurgica nel momento topico del match: con Pesaro a –5 e tutta la squadra ipnotizzata dal diverbio Feldeine-Abass che rischia di innescare una crisi di nervi collettiva, l’ex-Laker (tornato The Panda’s Friend sulla canottiera) si prende chiaramente la responsabilità di tirare un pallone fuori dai giochi che scrive il nuovo più 8 all’ultimo mini-intervallo e segna l’inizio, specie a livello emotivo, del nuovo allungo canturino.
1 su 6 dai 6.75 per Anthony Myles (12, 4/10 da due, 6 reb), che mostra sprazzi di classe al rientro dagli spogliatoi, ma non ha la solidità che ci si attenderebbe da uno dei leader della squadra in un match decisivo come questo, anche se, in generale, è tutto il reparto esterni di Paolini a deludere nel confronto diretto con i pari ruolo avversari.
0 su 3, sempre dall’arco dei tre punti, per LaQuinton Ross (6, 3/11 dal campo, 4 perse) , punta di diamante dell’attacco Vuelle e terzo miglior realizzatore del campionato. I due palloni che Metta gli grassa appena entrato in campo lo mettono fuori partita, in generale la difesa fisica di tutti gli uomini che Sacripanti gli manda contro non gli fanno mai prendere ritmo, pure se dal prodotto di Ohio State era lecito attendersi qualcosa di più quanto a intraprendenza e durezza mentale.
Stefano Mocerino
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