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La sala stampa del derby Cantù-Milano: orgoglio da un lato, arrendevolezza dall’altro

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metta world peace, pino sacripanti, cantù Per ogni partita giocata c’è una squadra che vince e una che perde, ma quando una delle due addirittura trionfa, il rammarico di chi lascia tutti i punti aumenta. E se è derby è tutto ancor più enfatizzato. Coach Banchi e coach Sacripanti hanno naturalmente espresso pareri contrari nel post gara Cantù – Milano che ha significato un 83-64 per i padroni del pala Desio. «Un successo di 19 punti con l’Olimpia a cinque giornate dalla fine del campionato, oltre a essere importante per i due punti conquistati che valgono doppio per la classifica, ci lascia ovviamente un ricordo davvero positivo, – ha detto l’allenatore dell’Acqua Vitasnella Cantù (uff. stampa) –  ci sono match che si ha la fortuna di vivere da protagonisti come quello di questa sera. Grazie alla magnifica cornice di pubblico abbiamo avuto la possibilità di giocarcela alla pari con la capolista». Di contro l’Olimpia Milano (uff. stampa): «Non siamo stati all’altezza del contesto in cui giocavamo anche in una serata particolare in cui ci può essere il margine per interpretare la gara in modo diverso, – ha affermato Banchi – e non siamo stati all’altezza sul piano delle energie, sul piano mentale e della concentrazione; si trattava di un momento della stagione in cui le squadre come la nostra si mettono alla prova». Chiave di svolta per la compagine di Gentile, Stefano Gentile, è stato l’attacco: «Come avevo detto prima della gara la nostra difesa doveva partire dal nostro attacco, e questo ci è sempre rimasto impresso nella mente. Sono orgoglioso di aver allenato questa partita  e ringrazio soprattutto il pubblico che ci ha dimostrato un grande sostegno. Sono felice, – ha continuato Sacripanti –  la mia squadra ha giocato una bella pallacanestro ed è stata molto attenta sui temi tecnici e tattici che avevamo preparato. Abbiamo cercato di eseguire ogni schema con grande dedizione». Alessandro Gentile e compagni invece hanno peccato di «Arrendevolezza,– come ha detto l’allenatore – abbiamo tirato male e preso pochissimi rimbalzi in attacco, troppo arrendevoli, non è questo il modo migliore per preparare lo sprint dei playoff; la mancanza di Hackett ha causato sì situazione di emergenza, ma dovevamo saperla gestire, invece non abbiamo fatto neanche questo. Cantù ha giocato con energia e intensità». Se la situazione per Milano non cambia, la vetta rimane, anche se con l’amaro del derby, quella di Cantù potrebbe evolversi ancor meglio con il match di lunedì contro Cremona, che vale il biglietto playoff: «La nostra è stata un’annata difficile, fatta di alti e bassi; ma anche di tanto lavoro svolto e voglio assolutamente poter giocare la post season insieme alla mia formazione», ha concluso il coach.