Al Paladesio, nel recupero della sesta giornata di ritorno, vanno in campo due squadre. La prima, Cantù, deve vincere a tutti i costi per sognare ancora i playoff. La seconda, Milano, è già sicura al 100% del primo posto in stagione regolare. Non perde da venti giornate. Si crogiola nelle sue sicurezze e pensa di poter avere la meglio senza sforzarsi troppo e sudare la canotta. Cosa potrà mai succedere per fermare la marcia di questa Olimpia? Semplicissimo. La squadra di casa, più motivata, assatanata, vogliosa di dare una gioia a se stessa e al suo popolo, se ne esce con la partita dell’anno e trionfa, con un punteggio dalla larghezza imbarazzante. Il risultato finale è 83-64, ma di fatto i titoli di coda scorrono anzitempo con la seconda bomba della serata di un irresistibile Stefano Gentile, segnata in faccia proprio al “fratellino”, al contrario piuttosto esangue e quasi disinteressato stasera. E’ il canestro del 73-54, al termine di un terrificante parziale di 11-0 con il quale i canturini, in soli 3’15” dall’inizio dell’ultimo periodo, indirizzano definitivamente una partita tenuta strettamente in mano dai primissimi minuti.
VITTORIA DI SQUADRA – E’ una vittoria con tanti padri, quella dell’Acqua Vitasnella. Una formazione enigmatica, indecifrabile anche per suoi stessi tifosi: come si spiega una tale metamorfosi positiva a soli quattro giorni dalla prestazione obbrobriosa di Venezia? Misteri della palla a spicchi. L’uomo del giorno è il più anziano dei Gentile, che sfodera una gara enciclopedica, dove mette a frutto una splendida lettura delle difese ospiti, punendole regolarmente in penetrazione, e attira su di sé caterve di falli (6 alla fine, con il corollario del 4/4 ai liberi). Il perfetto partner in crime è Johnson-Odom, che ricaccia in castigo Milano ogni volta che si riporta sotto a suon di triple (3/5, tutte chirurgiche). Questi sono i protagonisti dei primi 25′, quelli più equilibrati, con Cantù sempre in controllo e Milano, più per talento che per reale convinzione, più o meno sempre lì, a una distanza che potrebbe far pensare a un immediato ribaltone al primo accenno di vera voglia di vincere. Invece succede che Metta World-Peace (chiuderà con 13 punti, 2/7 da 2, 3/6 da 3), dopo un po’ di nervosismo accumulato per i due falli in pochi minuti nella battaglia con Melli (poco oltre metà terzo quarto è a quota 3), si accende e trascina con sé, con punti e carisma, tutti i compagni. Si sveglia anche Williams, un flagello per Milano nell’ultimo quarto (15 punti con 7/9 da 2, quasi tutti negli ultimi 10′) e per Milano, amorfa e così brutta da non esser vera nei minuti decisivi, cala la notte. Un dato più di tutti gli altri mette in luce la maggiore “fame” dei brianzoli: il 17-7 nei rimbalzi offensivi, di cui 5 sono quelli di Shermadini (in totale saranno 11), un bruttissimo anatroccolo nei movimenti e inguardabile nelle conclusioni, ma una sicurezza assoluta sotto le plance. E’ lui a garantire quantità industriali di secondi tiri nei primi tre quarti quando le percentuali stentano a salire, ed è l’emblema della classe operaia in maglia gialla (in onore del Salone del Mobile), di tutta quella serie di personaggi (Buva, Jones, Feldeine, Abass gli altri) che puntella con piccole giocate oscure la serata di grazia delle punte di diamante.
ROSSI DI VERGOGNA – Sulla sponda di Milano, scesa in campo senza Hackett ed Elegar, entrambi alle prese con problemi muscolari, gli ottimisti tenderebbero a minimizzare la debacle odierna: minori motivazioni, un po’ di naturale rilassamento dopo tante vittorie, un calo fisiologico…. Ni. Che sia tempo di rifiatare un attimo e concedersi un attimo di relax prima dei playoff, a seguito di un tale lungo e incontrastato dominio, ci può stare. Ma la sensazione subdola che sta salendo anche quest’anno è che, ora che si va al sodo, alle partite importanti della stagione, qualcosa si stia rompendo. Gentile oggi è parso abulico e annoiato (5 punti, 2/11 complessivo al tiro), Moss non è più lui da tempo e chissà se tornerà mai il mammasantissima di Siena, Ragland è partito bene arrivando già a inizio terzo quarto a 13 punti, ma col quarto fallo è sparito dal campo. Rimarcata, per l’ennesima volta, la vis agonistica da pargolo in culla del duo Melli-Kleiza (il primo almeno era partito bene e in difesa si è sbattuto fino in fondo, il secondo sapevamo che era in campo solo per la vistosa acconciatura), c’è da annotare un’altra prova da pura belva di Samuels, l’unico vero spauracchio per Cantù (15 punti, 6/9 da 2, 3/6 ai liberi, solo 5 rimbalzi, tutti difensivi) e gli sprazzi di cristallino talento di Brooks (12, 5/9 da 2, 0/3 da 3, 2/4 ai liberi). Ripetiamo: c’erano tre assenze (a Elegar e Hackett bisogna aggiungere James, anche se definirlo presente nel resto dell’annata è troppo), meno necessità di classifica, qualche elemento in calo di forma… Però. A Milano manca il gioco, si va avanti di invenzioni, istinto, rabbiose accelerazioni. E poi c’è troppo nervosismo, sfociato in una lunga serie di falli tecnici (tanti anche per Cantù, a dire il vero), che segnala un crescendo di insicurezze pericoloso se guardiamo ai prossimi, bollenti, mesi. L’Olimpia è sempre lì, solitaria in vetta, avrà il fattore campo dalla sua, è la squadra che “se gioca come sa, non ce n’è per nessuno”. Sarà. L’impressione è che, se vincerà il suo secondo tricolore di fila, dovrà soffrire le pene dell’Inferno anche quest’anno.
BasketItaly.it MVP: Pochi dubbi sul migliore in campo. Stefano Gentile fa capire che partita voglia fare già nei primissimi minuti, quando guida i suoi al vantaggio con due incursioni da urlo dopo il 3-0 firmato Melli. Non si fermerà più, e oltre ai punti metterò in campo una grinta e un furore da capopopolo che i compagni, già belli in palla di loro, non possono fare a meno di seguire. Nella sfida con Alessandro, oggi non c’è stata storia: 20 punti, 5/7 da 2, 2/5 da 3, 6 rimbalzi, 24 di valutazione.
Acqua Vitasnella Cantù – EA7 Emporio Armani Milano 83-64 (22-16, 43-37, 62-54)
Cantù: Johnson-Odom 13, World-Peace 13, Feldeine 5, Jones 6, Williams 15, S. Gentile 20, Buva 6, Bloise, Laganà, Maspero, Shermadini 5, Awudu Abass; all. Pino Sacripanti
Milano: Ragland 15, Cerella 6, Moss 2, Gigli 3, Brooks 12, Kleiza, Samuels 15, Melli 6, Gentile 5, Elegar, James; all. Luca Banchi
Tiri da 2: Cantù 24/48 (50%), Milano (45%)
Tiri da 3: Cantù 9/25 (36%), Milano (35%)
Tiri liberi: Cantù 8/15 (53%), Milano (56%)
Rimbalzi: Cantù 46 (17 offensivi), Milano 34 (7 offensivi)
Assist: Cantù 13, Milano 15
Palle perse/recuperate: Cantù 14/6, Milano 17/8
Usciti per cinque falli: Nessuno
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