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NBA – Belinelli sogna un altro titolo: “Farei una pazzia per averlo! Futuro agli Spurs? Dipende da tante cose…”

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marco belinelli, foot locker, three point contestUn anno dopo sarà ancora Marco Belinelli a rappresentare l’Italia ai prossimi Playoffs NBA. Dopo un inizio di stagione piuttosto difficile, con qualche guaio anche fisico, i campioni in carica e l’azzurro si sono ripresi ed hanno ricominciato a vincere. 11 la striscia di successi consecutivi con la quale i texani hanno guadagnato il (momentaneo) secondo posto nella western conference. L’obiettivo è vincere, il sogno è portare un altro anello prima del ritiro (sarà davvero giunto il momento?) di Duncan e Ginobili. E’ il sogno anche del Beli che, ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, racconta: «Per il primo titolo mi sono fatto un tatuaggio. Sarei pronto a qualcosa di pazzo per il secondo. Stiamo giocando la nostra miglior pallacanestro della stagione. Dopo il Rodeo Trip siamo migliorati tanto. Siamo più solidi in difesa, il nostro marchio di fabbrica. Ci ha aiutato l’impennata di Leonard, cresciuto anche in attacco. Ora abbiamo schemi proprio per lui. L’altro motivo del cambio di marcia è che abbiamo avuto tanti infortunati, da Leonard a Parker, da Splitter a Mills. Ora siamo più sani. Con una vittoria a New Orleans, ultima partita di stagione regolare, conquisteremmo il 2° posto a Ovest, cruciale per i playoff. E’ una volata pazzesca, 4 squadre quasi sulla stessa linea»

Gli Spurs, su 82 partita, hanno avuto la costante Duncan. Il compagno più forte di sempre?
«Ho giocato con grandi talenti, in 8 stagioni Nba. Lui è unico. Non solo per come gioca a 39 anni. Per la passione che ci mette. L’altro giorno si è tuffato tra gli spettatori per recuperare una palla vagante. Durante una partita poi stravinta. Rischiando di farsi male, lui che zoppica nella quotidianità per un ginocchio malandato. Poi, è ancora immarcabile. E passa alla grande, abbiamo un bel feeling. Mi trova sempre se mi muovo senza palla».

Cosa ha portato Messina come valore aggiunto?
«Ci ha dato tanto, grazie alla sua esperienza vincente tra Italia, Russia, Spagna. E’ bravo in tutto: attacco, difesa, strategie. Nei playoff, dove conta ogni azione, ogni dettaglio, potrà fare ancor di più la differenza. E a me dà tanti consigli».

Bilancio personale della stagione regolare?
«I conti si faranno dopo i playoff. Sono 6° in squadra come punti segnati, sì. Ma gli infortuni mi hanno condizionato. Ho perso 20 partite. L’infortunio all’inguine patito in inverno me lo continuo a portar dietro, dà fastidio. Senti di avere qualcosina che non va come dovrebbe. Condiziona a livello mentale, non puoi spingere al 100%. E quando stai fuori poi devi rimetterti al pari con gli altri, come forma, e le rotazioni sono spietate. Il gioco di squadra degli Spurs mi valorizza: per caratteristiche mi muovo sugli scarichi o creo dal palleggio per i compagni. Ma questo sistema ha le sue difficoltà: giochi solo se difendi forte, Pop è esigente. Alcune volte giochi meno. Sarebbe più facile avere ogni volta 40’, con la possibilità di sbagliare senza temere la panchina. Io devo dare tutto subito. Cercando di farmi trovare sempre pronto».

La qualità a Ovest è super. Che playoff vi aspettate?
«I playoff sono quasi un altro sport, si gioca più duro, gli arbitri fischiano meno. Le 8 squadre dell’Ovest sono tutte forti. Può capitare che ogni serie finisca in 4 partite o in 7. Golden State favorita? I Warriors – Curry vale l’mvp –, sono andati forte tutto l’anno. Ma ce la giochiamo almeno alla pari. Siamo in forma, abbiamo più esperienza. E occhio a Houston e Memphis. Se guardo a Est, sono felice per il ritorno di Rose, importante per Chicago. Ma la Cleveland di LeBron è la squadra da battere. Stiamo giocando bene, il top sarebbe farlo come negli scorsi playoff da gara-7 con Dallas, che potremmo incrociare pure stavolta al 1° turno. Il fattore campo è importante, giocare la bella in casa fece la differenza con i Mavs».

Dopo i playoff ci sarà da pensare all’Europeo. Belinelli ci sarà?
«L’obiettivo è giocarlo. Ma a 29 anni devo prima vedere come sto fisicamente. E poi decidere post playoff. Pianigiani sa delle mia condizioni, sto stringendo i denti. Per chi chiude la stagione già adesso (Gallinari e Bargnani, Datome invece farà i playoff con Boston, ndr.) sarà più facile riposare, recuperare e tornare in forma. Ma ne parliamo con gli altri azzurri in Nba. Vogliamo riportare l’Italia a livelli importanti».

Il contratto con gli Spurs è in scadenza. Il futuro sarà a San Antonio?
«Possono succedere tante cose. Ero quasi sicuro di restare a Chicago, Coach Thibodeau mi chiamava tutti i giorni. E invece…Sono tante le variabili. Se Duncan e Ginobili si ritireranno. Cosa faranno Popovich e Messina. Cosa conterà di più tra soldi, minutaggio e squadra vincente? Tutto. Ho rifiutato cifre più alte per andare a Chicago. La chiave sarà giocare dove posso crescere come giocatore. Quando vinci un titolo ti cambia la prospettiva, capisci quanto sia importante il successo. Finita la stagione andrò a San Giovanni, in famiglia. Il futuro lo deciderò dall’Italia».