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Home Serie A Count-Down: il debutto di Metta al Pianella, l’addio al Presidente Corrado. Serata di forti emozioni a Cucciago

Count-Down: il debutto di Metta al Pianella, l’addio al Presidente Corrado. Serata di forti emozioni a Cucciago

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darius johnson-odom, cantùPanda-mania doveva essere e Panda-Mania è stata. In un match che trascende i contenuti tecnici, l’esordio di Mettta World Peace al Pianella, il palcoscenico si illuminia delle giocate della stella NBA, che trascina anche il resto della squadra ad una prestazione da showtime. Capo d’Oralndo è poco più di uno sparring partener – non era questa la partita giusta per raccogliere i punti che ancora mancano per una salvezza comunque vicinissima – ma l’atmosfera di ieri sulla collina di Cucciago rende già l’idea dei benefici effetti per tutto il campionato portati in dote dall’Amico dei Panda:

10 come gli anni di Presidenza di Francesco Corrado (dal ’99 al 2008), riduttivo limitarli a un numero per il Patron che ha speso una vita per la sua Pallacanestro Cantù, scomparso in settimana e ricordato ieri sera dal suo pubblico. In cima al count down oggi vogliamo rendere omaggio all’uomo che ha reso possibile la prosecuzione della Storia di questa squadra, dentro quel “garage” che lui stesso contribuì a costruire negli anni ’70. Chapeau Presidente…

9 come gli assist di Sek Henry (12, 5/11 dal campo 3 reb), che in una serata difficile, braccato da Dequan Jones, riesce per quanto possibile a mettere in ritmo i compagni, soprattutto nel terzo quarto vinto 24-27 dagli ospiti, per evitare che il tracollo assuma dimensioni inaccettabili.

8 su 13 dal campo per Metta World Peace (19, 7/9 da due, 4 reb, 20 val.), protagonista annunciato della serata, che illumina la scena con una serie di numeri da circoletto rosso. Anche in un match già chiuso quando lui entra in campo, è impressionante come catalizzi l’attenzione di tutti i giocatori sul parquet. Probabilmente cambierebbe la partita anche senza muovere un dito, cosa che non è, perchè in due uscite ha già dimostrato di essere qui per giocare davvero, per la gioia di tutto il movimento italiano. Altra categoria…

7 come gli assist di Cantù, con una sola palla persa, nel primo quarto che chiude già i giochi sul 29-11. Quoziente da favola (21 assist e 10 perse alla fine), per una sqaudra che ha da tutta la stagione il problema di limitare gli errori e far girare di più la palla. Certamente Metta, con la rapidità delle sue letture, non è estraneo a questa tendenza, in attesa di test più probanti, uno degli “intangibles” di cui Cantù avrebbe bisogno per centrare i playoff

6 rimbalzi e 9 punti nella partita di Eric Williams, attentissimo in difesa dove sfrutta con intelligenza il vantaggio in termini di stazza. Rapido di piedi sugli aiuti difensivi, guida il reparto lunghi di Sacripanti che domina in vernice e a rimbalzo (44-27)

5 comegli assist di Folarin Campbell (11, 3/13 dal campo, 8 reb), che brilla per attività, non sempre lucido però, come testimoniano le 5 perse e le pessime pecentuali. L’ex-Brindisi mette insieme cifre anche discrete, tiro a parte, a non convincere sono proprio le sue scelte, specialmente in attacco, dove forza le soluzioni individuali schiantandosi contro la difesa di Cantù.

4 su 6 dal campo e 3 rimbalzi, il fatturato del primo quarto di Ivan Buva (12 più 8 reb alla fine), che spazza via i dubbi sulla eventuale pressione causata dall’arrivo di Artest, con una prova in linea con quelle dell’ultimo mese, Pistoia esclusa.

3 su 3 dal perimetro per Dominique Archie (13 e 2 reb), il più aggressivo dei suoi in avvio di partita, prima che l’Upea venga spazzata via dalla furia dei padroni di casa.

2 su 4 da tre per Andrea Pecile (8 e 2 assist), tra i più attivi nel terzo quarto, qundo l’Upea prova a sorprendere una Cantù più rilassata dopo aver toccato il +27. L’uomo che vorrebbe giocare con Sunshine sulla maglia, negato in maniera a dire il vero inspiegabile dalla federazione, ci prova contro DJO, ma la straripante fisicità del canturino finisce per sovrastarlo.

1 come la valutazione di squadra dell’Upea nel primo quarto, a fronte del 46 di Cantù. Capo d’Orlando, salita a Cucciago in emergenza per le assenze di Soragna e Basile, ha però il torto di abbassare la guardia appena gli altri la aggrediscono, facendo la fine, vista la concomitanza con la Pasqua, del biblico agnello sacrificale.

0 come i punti nel primo tempo di Darius Johnson-Odom (8 alla fine con 8 assist e 20 di valutazione), che domina la scena anche senza segnare in quello che è un vero e proprio ossimoro cestistico. La guardia da Marquette guida la carica dei suoi, con 5 assist, 4 rimbalzi e 3 recuperi in 20′ e il timone della partita saldamente in mano. Un altro risvolto di quell’ “effetto Metta”, suo ex-compagno ai Lakers, che potrebbe diventare molto interessante da qui alla fine della stagione.

Stefano Mocerino

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