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Home NBA Un inedito Datome: “Felice di essere a Boston. Futuro? Si vedrà”. Coach Stevens: “Un professionista entrato al meglio nella nostra organizzazione”

Un inedito Datome: “Felice di essere a Boston. Futuro? Si vedrà”. Coach Stevens: “Un professionista entrato al meglio nella nostra organizzazione”

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gigi datome, nazionaleL’idolo della Boston tricolore e un po’ di tutto quello che prima dell’avvento del name titling era noto ai più nostalgici come il “Boston Garden”. Dopo il travagliato periodo ai Detroit Pistons, la fulminea comparsa in NBDL e la risalita in NBA con il cambio di canotta ora Gigi Datome è di nuovo sulla bocca di tutti oltreoceano. Il mondo della palla a spicchi americana sta iniziando a conoscerlo e ad apprezzarne doti caratteriali oltre che tecniche, che hanno fatto di lui il giocatore più rappresentativo a Roma. L’NBA è ovviamente un’altra cosa, ma per Gigi cambia poco: l’impegno in palestra e l’umiltà faranno sempre la differenza. Queste infatti le sue parole in una intervista a La Gazzetta dello Sport: «A Detroit ho sempre messo giù la testa e lavorato duro. Solo nelle ultime settimane mi ero un po’ scoraggiato, perché entravo in palestra sapendo che non avrei mai giocato . Alla lunga, non è facile». E il futuro, Gigi? «Si deciderà a luglio. Ma sarebbe bello rimanere qui. E’ un bellissimo ambiente, una città fantastica. Ma soprattutto sento la stima dell’allenatore, che è un fatto fondamentale. So di averlo messo in difficoltà, perché quando sono arrivato avevano già le loro rotazioni che funzionavano. Non è stato semplice per lui trovarmi dei minuti, ma lo ha fatto.”

Parole queste confermate anche da coach Stevens: «I love Gigi. Ha avuto una serie di occasioni e ci ha aiutato a vincere. E se non lo schiero nella partita successiva, non dice una parola: pensa al bene della squadra. E’ sempre pronto e un’ispirazione per gli altri: un esempio da seguire. Sta avendo un ottimo impatto nella nostra organizzazione, è l’impressione che ha dato a tutti noi dello staff».

A questo coro si è unito anche un cronista del Boston Globe (Gary Washborne), il quale crede fermamente nelle doti tecniche espresse da Datome in maglia verde: «E’ arrivato nella trade alla scadenza delle trattative e ha sorpreso tutti ositivamente. Gli sono state concesse delle opportunità e Gigi ha il merito di averle sapute cogliere. E’ sicuramente un giocatore da Nba, il futuro è incerto, ma so che la dirigenza vorrebbe tenerlo qui».

È ancora Datome i questo lungo colloquio con la rosea a rivelare l’importanza dell’approccio al lavoro in questo sport: «So di non essere un giocatore imprescindibile. Ho imparato che nella Nba sei costretto a specializzarti e allora offro i miei tiri. E poi tanta energia, intelligenza, riuscire a leggere bene il campo e sono uno stakanovista. Credo di essermi guadagnato la fiducia del coach anche per questo». Ogni istante che gioco, è frutto di sudore e tenacia. Ho subito ingiustizie? No. Però, diciamo che ci sono dei giocatori europei di medio valore che hanno buoni minutaggi. Si sa, la Nba è questione di opportunità». Non poteva mancare la postilla sul futuro: «L’unica cosa che chiedo a chi mi farà delle offerte è far parte delle rotazioni, avere un ruolo più stabile e riconosciuto. I soldi sono importanti, ma non una priorità». Ci ripensa, perché teme di essere frainteso: «Non voglio passare per uno che pretende, è solo ciò che vorrei accadesse». Accetterebbe anche l’Europa? «Ascolterò tutti. Se ci dovessi tornare non sarà una sconfitta. Sodi aver fatto il massimo e di appartenere a questo mondo. Spesso certe avventure sono come le storie d’amore: è questione di timing»

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