Nba – Celtics, che si fa se si arriva ai playoff?
La sconfitta giocando bene contro gli implacabili Warriors aveva, quasi a sorpresa, risvegliato le aspettative di una piazza evidentemente troppo orgogliosa (vedi alla voce Celtic Pride) per darsi al tanking sfrenato.
Giocare poi nella ormai palesemente poco competitiva Eastern Conference da una possibilità di playoff un pò a tutti. Se però sono i numeri, almeno nella Nba moderna, sempre più spesso a leggittimare i fiumi d’inchiostro anche in questo caso la vittoria della notte sui Pelicans va ad inserirsi come ennesima prova del periodo positivo di Boston. I Celtics sono 6-4 nelle ultime 10 ma soprattutto 11-9 nelle ultime 20, con la maggioranza delle partite giocate fuori dal Garden. Dopo la trade Rondo però nessuno in casa Celtics aveva questi piani, la domanda ora è: Come cambiano le strategie di Ainge e compagnia?
La strategia dei Celtics non è mai stata quella del tanking selvaggio alla maniera dei Sixers per intenderci, quindi il reinverdire di Boston dovrebbe non portare netti sconvolgimenti. Certo l’ arrivo e l’impatto del “Pizza Guy” Isaiah Thomas è andato oltre le aspettative e rappresenta un capolavoro, che come tutti i capolavori nasce anche con una buona dote di fortuna, visto quanto sia difficile pescare un giocatore con quelle potenzialità sacrificando sostanzialmente poco e niente, nello specifico caso una scelta non altissima e un giocatore che poco e niente aveva a che fare con il progetto che si va delinando come Tornthon. Imputare però il buon rendimento solo ad un singolo è limitativo in una squadra che fa della coralità la sua forza, basti pensare al fatto che è terza nella lega per numero di assist senza avere un “finalizzatore” di assist vero e proprio sotto canestro alla Griffin.
In ottica playoff e non solo è proprio il frount court quello su cui si deve lavorare. Nel breve c’è Crowder oltre ad un Tyler Zeller che si sta dimostrando un giocatore utilissimo, soprattutto nel giocare il pick ‘n roll. Resterà, complice un contratto vantaggioso, anche in futuro, sebbene in un ruolo meno centrale. Attorno a loro c’è sempre l’efficenza di Bass che però, alla soglia dei trenta, a fine anno lascerà il passo ai giovani per provare a giocarsi le ultime chance con una contender. Metteteci che Sullinger è da sempre fisicamente inaffidabile e Olynik fa davvero fatica a prendersi responsabilità quando la palla scotta e capirete perchè si è parlato e molto di un possibile Cousins in verde. Qualcuno arriverà anche dal draft, si parla di Kevon Looney di Ucla un quattro che però potrebbe adattarsi anche come ala piccola.
Meno incertezza a breve c’è dietro, dove al già citato Thomas si aggiungono Bradley e uno Smart che potrebbe a sorpresa tornare spendibile già in questa post season. Ci sarebbe pure l’altro rookie Young che sta ben impressionando ma in ottica futura il discorso per lui è ancora abbastanza fluido, come per il buon Pressey, che comodo farebbe a tante panchine Nba.
A Pressey e Young si aggiungeranno tra i partenti sicuri giocatori che poco hanno ancora da dare alla causa come il veterano Wallace, Jerebko o Turner. Quest’ ultimo probabilmente saluterà durante la prossima free agency, complice un contratto “leggero” che fa gola a molti. Alla lista probabilmente si aggiungerà pure Gigi Datome, che per età e caratteristiche sembra fuori dal mondo Cetics e forse lo sarà a breve anche dal mondo Nba.
Insomma comunque vada questa versione dei Celtics non si avrà un’altra possibilità ma lo spazio salariale non manca, c’è un allenatore ed un nucleo di giocatori su cui lavorare. Mal che vada a Boston diranno il classico “ritenta, sarai più fortunato” e per una volta non si tratterà di una frase di circostanza.
Photo: Marian Stanton