Match pirotecnico quello andato in scena alla Unipol Arena, che ha visto la Virtus cogliere la vittoria n°10 a spese di una Cantù lanciata, ma con le energie in riserva tra infortuni e doppio impegno coppa/campionato. Le V nere impostano un match ad alto ritmo, piano partita efficace per contrastare il maggior peso che gli ospiti vantano praticamente in tutti i ruoli, con l’efficacia della zona nei primi venti minuti a gettare sabbia negli ingranaggi VitaSnella. I brianzoli non capitalizzano la superiorità a rimbalzo (38-31 per Cantù, ma Bologna cattura comunque 14 palloni sotto il tabellone avversario), mentre le cifre dal perimetro (13/27 per i bianconeri contro l’8/21 ospite) premiano la squadra di coach Valli.
In count down analizziamo i numeri principali della sfida che lancia la Virtus in zona playoff:
10 come le vittorie Virtus in stagione, nonostante alla classifica manchino i due punti della penalizzazione per mancati contributi della scorsa stagione . La squadra di Valli, tra le candidate alla lotta della salvezza in pre-season, ha trovato una sua quadratura con un basket leggero che si esalta ad alti ritmi. L’aggiunta di Reddick ha dato un po’ di sostanza sotto le plance, per un roster versatile che in casa può impensierire avversarie più quotate.
9 come i canestri dal campo (tra cui tutte le sue cinque triple) di Jeremy Hazell nei quarti pari, il secondo e l’ultimo, nei quali la guardia Usa mette 25 dei suoi 33 punti (4/7 da due, 5/9 da tre, 32 di valutazione). L’auto nominato membro del club dei migliori tiratori al mondo segna un punto a suo favore, con una prova in cui prima getta le basi per il cospicuo margine bolognese della prima metà, poi affossa le speranze di una Cantù tornata anche a mettere il naso avanti.
8 su 14 da tre punti per le V nere nei primi 20’. Il dato chiave per spiegare l’allungo dei padroni di casa nei primi 20’ è senza dubbio la percentuale dall’arco, che fa la differenza contro una VitaSnella colpevolmente passiva sugli 1vs1, creando le premesse per i tiri aperti dai 6.75 che fanno volare l’attacco Virtus.
7 come gli assist a testa dei “duellanti” Abdul Gaddy e Darius Johnson-Odom. La point guard di coach Valli (15 con 3/7 da tre) tiene saldamente in mano il ritmo partita, imponendo una partita ad alto numero di possessi ad una Cantù che non ha le gambe per reggere 40’. Il mancino da Marquette (27, 10/16 dal campo, 32 di valutazione), prova a girarla in un terzo periodo in cui mostra brani di onnipotenza cestistica in 1vs1, con le quattro ruote motrici e la forza nella parte superiore del corpo. Impressionante il modo in cui spazza via Fontecchio per chiudere con il lay-up, è l’ultimo a mollare dei suoi. Ma, sempre alla voce playmaker, 7 sono anche le palle perse di Stefano Gentile, sulle 22 complessive di Cantù, un numero di errori ingiocabile per portare a casa i due punti, anche in una partita ad alto ritmo come questa.
6 rimbalzi per Ivan Buva (21, 7/9 da due, 2/5 da tre) che riporta Cantù di peso nel match con i suoi 12 punti in fila in apertura di ripresa. Il lungo croato mette la faccia e la fisicità giuste per capitalizzare il vantaggio della propria stazza contro i pari ruolo bolognesi, per minuti (ieri 30’) e cifre è ormai chiaramente lui il titolare di Sacripanti per lo spot numero quattro. E 6su 8 dal campo per Okaro White, vero e proprio all-around del parquet per come difende, corre il campo e colpisce dalla media o in avvicinamento, confermandosi una delle rivelazioni stagionali.
5 punti e 9 rimbalzi sono il fatturato di Valerio Mazzola, che usa tutto il suo mestiere per compensare i deficit di centimetri contro i lunghi brianzoli portando a casa anche 5 falli subiti per un 15 di valutazione, secondo tra i suoi insieme a White. Prezioso nel finale, coi rimbalzi e i liberi che sventano il secondo tentativo di rientro ospite. Dall’altra parte 5 perse per un Dequan Jones (6pti e 4 reb) che torna per una sera quello di inizio stagione, intestardendosi nel cercare la schiacciata o la giocata atletica a tutti i costi, a spese della lucidità nelle scelte.
4 come gli assist di Stefano Gentile (13 con 2/4 da tre), che nella parte “buona” del suo score aggiunge anche 7 rimbalzi e mette un paio di zampate nel tentativo di rimonta biancoblu. Nel complesso però la lucidità non è quella delle migliori occasioni, in un reparto, quello esterno, che risente dell’assenza di Feldeine nelle rotazioni.
3 come le triple di Allan Ray nella prima metà gara. Il veterano da Villanova, interpreta alla grande il proprio ruolo, prima che guai muscolari ne limitino impiego ed efficacia nella ripresa, ma il suo contributo nel piano partita di Valli, è fondamentale per indirizzare la partita verso Bologna.
2 bersagli dal campo per un Hollis (5 più 3 reb) che si iscrive alla partita quando i buoi sono già scapati dalla stalla. I suoi 5 punti nel finale servono solo ad illudere Cantù, ma per intensità, linguaggio del corpo e impatto sulla partita il lungo da Biella finisce ancora dalla parte sbagliata della lavagna.
1 su 6 dal campo e 9 punti per un Fontecchio (9, 6 falli subiti, 6/6 dalla lunetta) che ha il merito di reggere l’impatto fisico dei Jones e degli Abass. In un periodo non brillantissimo il prospetto virtussino porta comunque i suoi mattoncini nel successo che lancia la Virtus in zona playoff.
0 come i rimbalzi di Eric Williams (10, 5/8 al tiro, 4 perse), che parte bene a centro area, perdendo poi la maniglia sul match con le incomprensioni con la terna sulle chiamate di passi. Il guaio muscolare all’inguine si fa sentire nella ripresa, limitandone l’apporto, ma da lui e Shermadini (6 più 3 reb) Cantù si aspettava un impatto più solido in un reparto che la vedeva sulla carta favorita.
Stefano Mocerino
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