Giornata di presentazioni in casa Consultinvest Pesaro. Chris Wright, 25 anni, playmaker ex Asvel Villeurbanne, si è presentato a stampa e tifosi pesaresi: “Ringrazio la società per l’opportunità – ha spiegato il nuovo play – Aver già giocato in campionati europei, è motivo di farmi credere di essere all’altezza e leader di quella ritengo una buona squadra. Ho visto diverse partite, non tutte ma diverse. Credo di poter dare quel qualcosa in più per poter vincere. Impatto positivo, ma è un working in progress. Ci sono giocatori d’esperienza in questo campionato, in questo campionato ci sono giocatori che sanno come si gioca. A 20 anni quando sei spensierato la vita cambia, cambia il modo di vedere le cose, le priorità diventano altre, a partire dalla famiglia. Sì, la mia situazione, mi ha cambiato. La pallacanestro è sempre quella ma oggi mi sento di poter essere un esempio e una guida per raggiungere determinati traguardi. Io sono un combattente”.
Insieme al play americano c’era anche il DG Ario Costa: “Oggi gran bella giornata solare, presentiamo una persona molto solare. Oltre che ad essere un play. E’ un raggio di sole. Speriamo anche in campo. Purtroppo è arrivato nel momento peggiore della stagione, giorni difficli. Pesaro non è quella che ha visto al suo arrivo, spero che il working progress di Wright si concluda capendo quanto è bello giocare a Pesaro.Gli do le chiavi della squadra in mano, ha la personalità che ci mancava”.
Ricordiamo che Wright è stato il primo giocatore Nba malato di sclerosi multipla, diagnosticata nel 2012, ed in tal senso Benelli e Mancino hanno spiegato la questione: “Abbiamo avuto conforto di specialisti per dare un’idoneità assolutamente non scontata e non paragonabile con altri casi o malattie. Seguiranno controlli periodici sia per l’attività fisica che per il trattamento che sta seguendo. E’ la prima volta che ci capita un caso così, dal punto di vista agonistico. Non ci sono casi precedenti in Italia. Per noi è stato uno stimolo grosso, di ricerca: abbiamo avuto risposte positive, può fare attività e non ci sono motivi per pensare che possa aver questo ripercussioni negative dal punto di vista clinico”.
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