A2 Gold – Tra Biella e Napoli, chi stapperà lo spumante per festeggiare l’arrivo dell’anno nuovo?
Scende sul parquet l’A2 Gold per l’ultimo turno del 2014 e, volenti o nolenti, tutti tracciano un bilancio di quanto fatto durante questi 365 giorni. Lo fanno anche Biella e Napoli, pronte al loro faccia a faccia in programma al Biella Forum domenica 28 alle ore 18. Per i piemontesi è stato un anno ricco di soddisfazioni sportive, con la conquista inaspettata della Coppa Italia e la qualificazione ai playoff, dove si è consumato il “derby” regionale contro la “nobile” Torino. Poi l’avventura in l’EuroChallenge, conclusasi con l’eliminazione dalle Last 16 esclusivamente per la differenza canestri che ha premiato i belgi dell’Anversa. L’impegno continentale ha certamente penalizzato il rendimento dei biellesi in campionato che, nonostante le fatiche e lo stress derivanti dal doppio impegno, sono comunque poco sotto il 50% di vittorie, con l’unico rammarico di non poter difendere la coppa conquistata lo scorso marzo. Sei punti, infatti, separano l’Angelico dalla quarta piazza che regala l’ultimo ticket per le prossime final six di Rimini, con sole due giornate ancora da disputare prima di arrivare al giro di boa. La vera amarezza del 2014 è stata la prematura e tragica scomparsa di Gabriele Fioretti, l’uomo che insieme a coach Fabio Corbani è stato l’artefice della costruzione degli ultimi roster. «Abbiamo attraversato un momento molto difficile e che continua a segnare le nostre giornate. La sofferenza per la perdita di Gabriele Fioretti – ricorda Corbani – è rimasta dentro ognuno di noi. Siamo orfani di un collega, ma soprattutto di un amico, di una persona speciale e di tutto quello che riusciva a trasmetterci con la sua umanità. Ora dobbiamo ripartire cercando nuova serenità e gioia per la pallacanestro, per il gioco e per lo stare insieme, valori che ho avuto la fortuna di condividere con lui fin dal primo giorno».
Per Napoli, invece, si chiude un 2014 che non ha nulla da ricordare, almeno sotto l’aspetto sportivo. Un anno anonimo, concluso senza aver centrato né final six, né playoff nella precedente stagione e che sembra proseguire sulla medesima falsariga, nonostante un estate trascorsa a costruire una squadra che riportasse successi e, conseguentemente, risvegliasse l’entusiasmo dei tifosi. Nulla di tutto ciò è accaduto e, accanto ad un ruolino di marcia troppo deludente per accampare scuse – 5 vittorie ed 8 sconfitte – l’attenzione da troppo tempo si è focalizzata sulla situazione economica del club. Il lodo con Cavina è stato chiuso da poco, ma voci che si inseguono prospettano possibili nuove vertenze intentate dagli ex Bryan e Black. E poi l’indisponibilità del PalaBarbuto per canoni arretrati, l’addio di Spinelli annunciato attraverso i social network e quello mai ufficializzato di Metreveli, tornato in Georgia per questioni familiari. Il presidente Balbi ha provato a spegnere l’incendio, annunciando l’ingresso di un nuovo socio, al termine della gara casalinga contro Brescia, ma il sereno non sembra ancora all’orizzonte. La stabilità economica è un valore irrinunciabile, specie in una piazza come quella partenopea che sconta trascorsi negativi troppo recenti, seppur sotto egide societarie differenti dall’attuale. Ma squadra e coach non possono scaricarsi di tutte le responsabilità per risultati ampiamente al di sotto delle attese. Troppo spesso si è assistito ad una Napoli incapace di gestire vantaggi importanti: Agrigento, Casalpusterlengo, Brescia sono sceneggiature ripetutesi con sconcertante puntualità. Divari in doppia cifra recuperati dagli avversari, senza incontrare alcuna reazione dagli azzurri. Finanche a Jesi la Givova Flor do Cafè è stato ad un passo dal rimettere in discussione una vittoria già ottenuta, alla fine portata a casa solo grazie alla freddezza di Jackson negli ultimi due minuti. Non si giustificano le percentuali dalla lunetta spesso deficitarie, in particolare nei finali punto a punto, e i troppi rimbalzi offensivi concessi, nonostante un pacchetto lunghi senza eguali in A2 Gold per centimetri e chili. Napoli, inoltre, soffre terribilmente quando il ritmo dei possessi sale, terreno che Biella predilige soprattutto in casa, come testimoniano gli 86 punti di media realizzati di fronte ai propri beniamini. E allora la chiave del match di domenica sera è fin troppo evidente anche per chi non mastica di basket: prevarrà la velocità e l’aggressività dei padroni di casa o il control game che gli azzurri proveranno ad imporre? A dirigere l’incontro saranno Nicolini, Di Toro e Tallon.
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