10 Passi per ripercorrere una partita speciale, che tra rinascite, saluti, lacrime e sorrisi ha raccontato ancora una volta, un motivo per amare la pallacanestro.
10: Come i rimbalzi di Dyson; è la voce statistica che significa Doppia Doppia; solo questo restituisce fiducia all’ex Brindisi da parte del pubblico di Sassari, poi approfondendo la lettura dello score, si scopre che la Doppia, era ad un paio di passi dalla Quadrupla. Seppure questa voce statistica sia più paragonabile a Trivago per la scelta dell’hotel per capodanno piuttosto che alla LegaA, incornicia perfettamente la grande prestazione di JD. Finalmente produttivo per i compagni, finalmente con il sorriso sul volto e con punti ed assist tra le mani, insomma un uomo squadra, capace di prendersi la partita sulle spalle e mettere in ritmo i compagni, al posto giusto, al momento giusto, peccato per gli sdeng dalla lunga distanza altrimenti il 10, avrebbe avuto le sembianze di un voto e non di una voce statistica. MVP
9: Come il numero di maglia di Donell Taylor; chiedetegli di caricarsi la squadra sulle spalle quando i piccoli non riescono a costruire il gioco e lui, con un talento pazzesco sarà in grado di rispondervi: Yes, no Problem.
Chiedetegli di ragionare in maniera più oculata nel momento più delicato della gara, senza lasciarsi prendere dalla foga di risolvere la partita da solo e lui, con un talento pazzesco sarà in grado di rispondervi: What?
Croce e delizia della gara, i suoi isolamenti hanno tenuto aperta la partita nei momenti più delicati, ma ha peccato di egoismo o di eccessiva sicurezza fate voi, impedendo alla Grissin Bon di richiudere il solco scavato dalla Dinamo. INCOSTANTE
8: Come i punti di Cinciarini; soffre, come tutti gli esterni di Reggio, i raddoppi e la guardia intensa dei marcatori biancoblu. Trovare dei pariruolo a stelle e strisce che difendono in maniera soffocante, ha di fatto bloccato le iniziative del play azzurro, mai capace di attaccare il canestro come ha abituato in altre gare. Non manca la grinta (i punti arrivano tutti nell’ultimo quarto) e capacità di mettere in ritmo quando si può i compagni, i 5 assist ne sono la dimostrazione; ma il -21 di +\- e l’errore ai liberi su cui si svilupperà il nuovo break Sassarese che chiuderà la gara, si sono fatti sentire in maniera pesante. SORPRESO
7: Come il +\- negativo di Polonara: quando chiamato con Pini e Silins ad offrire più atletismo nel pitturato, Reggio gioca meglio in attacco e forse proprio per questo meriterebbe qualche minuto in più sul parquet. Non fa mancare la sua giocata spettacolare con un bel tap in schiacciato e il suo gioco di sacrificio produce anche 4 assist, ma alla fine paga dazio come i suoi compagni quando Sassari si adatta al quintetto mignon, ma con Lawal centro reale a far malissimo nel pitturato Reggiano. SACRIFICATO
6: Come le schiacciate di Lawal: arrivato a Sassari con un punto di domanda sulla schiena al posto del numero, l’ex Verona si è dimostrato l’arma in più della Dinamo, un concentrato di scelte esatte e azioni al servizio della squadra. Ieri l’ennesima riprova, condita da 6 inchiodate, una delle quali presente nella top ten della lega. Si è conquistato talmente tanta fiducia da parte dei compagni, che ormai cercano l’alley oop al piano superiore, anche quando lui è seduto in panchina. GARANZIA
5: Come le triple realizzate da Logan; il 50% dalla lunga distanza per i tiri che contano e che valgono doppio, quando la pressione avvertita per via delle responsabilità è degna della fossa delle Marianne, ma lui in puro stile mostro degli abissi, non si fa schiacciare e chiude la gara dai 6.75 dopo una grande prova difensiva. PROFESSORE
4: Come i minuti in campo per Jack Devecchi, ogni qualvolta si inizia a celebrare in maniera più plateale le sue capacità di giocatore, il ministro della difesa accusa un problema fisico. Ieri una brutta botta all’anca l’ha messo fuori gioco a metà del primo quarto, dopo che la partenza in marcatura su Diener sembrava delle migliori (d’altronde le ultime 3 stagioni è il giocatore che ha pressato di più in ogni allenamento). Alla fine anche il n°8 si è aggiungto alla lista degli assenti già bella infarcita da una parte e dall’altra. SOLIDARIETA’ FAMILIARE
3: Come le triple di Formenti: si alza dalla panca, per un frangente zoppicando anche più vistosamente del povero Devecchi che sostituiva, e piazza tre bombe sacrificandosi come un ossesso in difesa. Se la parola Efficienza fosse un’immagine, sarebbe quella del n°5. PROFESSIONISTA
2: Come i Teddy Bear Toss lanciati grazie a Todic; è stato lui a Trento a far partire la grandinata di peluche e ha concesso il bis ieri al PalaSerradimigni, per lui è stato l’unico canestro della gara, mentre per il pubblico è stato il segnale per far partire una splendida pioggia di pupazzi. Tanti, tantissimi, a ricoprire tutto il parquet e a far sospendere per diversi minuti la gara per completare la raccolta. La degna conclusione di una bella iniziativa lanciata da La Giornata Tipo, ma che deve essere il punto di partenza per un assistenza continua e non estemporanea a chi ha bisogno di una mano, proprio come i bambini ricoverati nei reparti pediatrici a cui saranno donati i peluche. GENEROSITA’
1: Come il numero della nuova mascotte della Dinamo. Sorpresa al PalaSerradimigni, con la presentazione di Sirbon la nuova mascotte della soscietà biancoblu, che ha approfittato della pioggia di peluche per fare il suo esordio sul parquet Sassarese. Una presenza che si ripeterà anche nelle prossime gare interne e che farà piacere a tutti i tifosi. Naturalmente la scaramanzia sassarese non avrebbe concesso un bis, se con la sua prima apparizione, il risultato fosse stato negativo. PROMOSSO
0: Come le lacrime dei tifosi biancoblu rimaste per Drake Diener.
La pallacanestro è fatta di storie, e quella del giocatore di Fond du Lac, dal punto di vista sportivo è comune a tanti altri, ma ogni tifoso indipendentemente dai colori che ha nel suo cuore, sa che il legame che si è creato tra Diener e Sassari è qualcosa di speciale, perché può rapportarlo al PROPRIO idolo che ha vestito la SUA MAGLIA.
Ieri il n°16 ha ricevuto l’ovazione alla presentazione della squadra, si è fatto abbracciare dal calore del suo ex pubblico all’uscita dal parquet e anche contro qualcuno del suo staff ha voluto dire grazie a tutti i suoi ex tifosi per l’accoglienza. Ha chiuso poi in sala stampa in lacrime mentre raccontava l’emozione del giro di campo da avversario e non ha perso occasione per riabbracciare qualche vecchio amico anche in tarda serata, compresa una simpatica birra cruda autoctona.
La pallacanestro è fatta di storie con un denominatore comune, quello di essere campioni fuori e dentro dal campo, quando ciò che ti sta attorno, è una famiglia che trasforma la parola SQUADRA in luogo chiamato CASA. EMOZIONI
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