Riviviamo in 10 passi la sfida fra Dinamo e Olimpia, dove lo spettacolo l’ha fatta da padrone. Il countdown
10: Come il voto allo spettacolo visto ieri al PalaSerradimigni; due stili di gioco diversi, due squadre dalla filosofia opposta, un solo grande show messo sul parquet. Il punteggio (111-112) dovrebbe evidenziare delle difese più simili ad un colapasta piuttosto che a due squadre di Eurolega, in realtà il merito è da attribuire al grande fatturato in termini di talento, presente nelle due squadre. ALTO LIVELLO
9: Come le conclusioni dalla lunga distanza di Rakim Sanders; 6 sono andate a bersaglio ed unite alla grande prestazione dell’ex Bamberg sono andate a completare un bottino da 32 punti di pura cattiveria agonistica; mentre Gentile è in attesa del prossimo numero della settimana enigmistica per conoscere la soluzione al rebus col n°7, l’ala piccola oltre ad aver martellato dalla lunga distanza ha anche inchiodato un paio di schiacciate da top ten, con il PalaSerradimigni pronto ad idolatrarlo con il suo poster in omaggio con l’house organ. PROTAGONISTA
8: Come i punti di Samuels nel primo quarto; se Sanders ha fatto esaltare il pubblico di casa, Samuels ha fatto gioire quello ospite. A proposito di soluzioni anche la difesa Dinamo non ha trovato quella per bloccare il n°24, che ha approfittato dell’assenza di raddoppi (scelta spiegata poi in sala stampa da Sacchetti per non consentirgli di mettere in ritmo i suoi compagni, dato le sue ottime doti di passatore), per banchettare nel pitturato, divorando ogni tipo di portata. Di fatto Milano accusa il ritorno di Sassari quando lui non è in campo e non è un caso che sia il giocatore con più minutaggio in maglia rossa, forse il vero MVP della gara per costanza di rendimento sui 40 minuti, ps raddoppi o meno ha siglato anche 4 assist. FONDAMENTALE
7: Come le triple tentate da Kleiza; talento pazzesco e mano più dolce di un bignè al cioccolato, con lui in campo, ogni raddoppio veniva punito con una tripla. Simpaticissimo per chi lo vede con la maglia della propria squadra indosso, equivalente della varicella in agosto per chi se lo ritrova contro, ma questo è il destino di chi fa male con i propri canestri alle squadre avversarie. Gli mancherebbe soltanto il taglio della fune della ghigliottina per essere il vero boia dell’incontro, ma al posto di calare giù la mannaia decide di applaudire nell’aria dopo una stoppata subita e il risultato è un tecnico dalle sembianze di benzina, sul fuoco quasi spento di Sassari; la Dinamo si riavvicina e lui saluta la gara con un quinto fallo che vale il gioco da 3 punti che riapre la gara, fa e disfa come… PENELOPE
6: Come i punti di Meacham; tanti minuti in campo e nei momenti più caldi della gara a causa della situazione falli di Ragland, che nonostante una buona partita saluta il PalaSerradimigni con il 100% al tiro, ma con 5 falli sullo score. Regia ordinata, attenta, forse a volte un po’ troppa lenta, ma efficace nei momenti che contano e soprattutto, due liberi a segno con un pallone fatto di ghisa, per spegnere le speranze Sassaresi. FREDDO
5: Come le schiacciate di Lawal; ha fatto ingoiare con atletismo, intelligenza e accettando ogni tipo di cambio difensivo sui piccoli, anche se solo di età, tutti i dubbi che sono stati pronunciati su di lui al suo arrivo in Sardegna. Lawal vola ogni qualvolta ve ne sia necessità e quel +\- di 24 ne è la prova. Con il terzo quarto passato in panchina Sassari ha perso lucidità ed è stata punita dagli angoli, zona dove lui arriva sempre a mettere la mano in faccia (precisione millimetrica tra naso e palla) al tiratore. ESEMPIO
4: Come i recuperi di Logan; come già ampiamente anticipato dopo la prima giornata, l’ex Alba è il miglior recupera palloni della Beko serie A, oltre 2,5 a partita e se al secondo posto c’è Dyson, significa che Sassari è la squadra con la quale non si può mai abbassare la guardia. Triple importanti e solidità difensiva, il David Logan visto ieri, è quello che il tifo biancoblu vorrebbe ad ogni gara e probabilmente, con la chiusura temporanea delle trasferte Europee lo riavranno presto. Nel mentre la pressione difensiva ricorda il miglior Gattuso, per gradire anche 7 assist. CALAMITA
3: Come i punti di Gentile nell’ultimo quarto; già detto della sua sofferenza con Sanders, va altrettanto sottolineato il fatto, che la sua partita non è stata negativa. La già citata assenza di Ragland, ha spinto ancora una volta coach Banchi ad affidargli in qualche modo la cabina di regia e il capitano dell’Olimpia ha risposto con 7 assist di cui 3 nell’ultimo quarto. Per lui la palla nel finale pesava davvero tanto ed è arrivato l’errore ai liberi quando Sassari ha tentato il tutto per tutto con il fallo sistematico, ma complessivamente è riuscito a mettersi al servizio della squadra nel momento in cui si è reso conto di non poter incidere in prima persona. MATURITA’
2: Come le palle perse da Dyson; sottolineiamo appositamente l’unica nota negativa per l’ex Brindisi, che ha ritrovato gambe e testa per affrontare le gare. Il suo ultimo periodo non stava facendo fare i salti di gioia ai tifosi Sassaresi, ma la testa sembra essere ritornata quella di inizio stagione e le gambe sembrano essere di nuovo quelle con le quali poteva permettersi di lanciare una sfida a Bolt sui 100 metri, un po’ come è successo la prima volta che Sassari e Milano si sono scontrate questa stagione… La cosa però più apprezzabile sono delle letture più altruistiche in attacco, che sono riuscite a mettere in ritmo i compagni ed un intesa sul pick and roll con Lawal, che non si manifestava da tempo. WELCOME BACK
1: Come la tripla di Moss nell’ultimo quarto. Quando i giocatori avversari vedono il n°34 nell’angolo piedi a terra, pronto a scagliare dai 6.75, generalmente si preparano a prendere il pallone una volta che questo attraverserà la retina. Seppur contrastato bene da Dyson quando chiamato a giocare da guardia, ancora una volta l’ex Siena, si è fatto trovare al posto giusto al momento giusto, mettendo la tripla che ha spento il PalaSerradimigni. La partita non si è definitivamente chiusa con il suo tiro, ma se esiste un SE su cui i tifosi Sassaresi possono recriminare, quello è il tiro del 99-107. GLACIALE
0: Come i minuti in campo per M.Brooks ad inizio gara. Parte in panchina il n°2, per lo meno nel primo quarto, poi una volta entrato sul parquet, diventa insostituibile per Banchi; questo perché grazie alla sua capacità di trovare il canestro anche quando sembra impossibile, l’Olimpia, trova fiducia e lucidità per chiudere il gap prima e poi, mettere il break decisivo che costringe Sassari ad inseguire. La difesa continua a non essere il suo forte, ma quando è in striscia è davvero difficile contenerlo. RISORSA
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