Potrebbe essere il titolo di un libro, o un film, ma in realtà è un momento di vita di un giocatore in panchina, in questo caso il nostro Gigi Datome, che in campionato NBA non ha messo piede in campo con i Detroit Pistons. Eppure se ci pensiamo bene, i giocatori in panchina devono esistere ma devono anche giocare a turno forse, no? E trovarsi sempre pronti quando meno te l’aspetti, pensate che sia facile?
Da notare, però, è l’estrema pazienza di Datome e di non prendere tutto troppo sul serio, sapendo bene che in un mondo così complesso come quello dell’NBA, per essere un campione devi accettare tutto ed essere bravo a saper cogliere poi le occasioni al volo. L’italiano ha più volte evidenziato che è già una felicità immensa poter far parte di una squadra statunitense e che dimostrerà le sue qualità quando il coach lo vorrà. Purtroppo le previsioni non sono le migliori ma siamo tutti fiduciosi di vedere Datome giocare e entusiasmare così come hanno fatto e stanno facendo Belinelli, Gallinari e Bargnani, seppur anche loro con difficoltà.
Ma il caso Datome è complesso, complicato, o forse, troppo semplice. Volare in USA per guardare le partite in panchina non è da augurare a nessuno in effetti, ma era peggio non esserci no? Bisogna saper gestire la frustrazione con positività e attendere con speranza il momento del riscatto.
Il problema è questo: Datome vale veramente l’NBA? Lui ne è certo ma il futuro è incerto.