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Granarolo Bologna, Villalta: “Gli arbitri stanno facendo bene. Sbagliano come tutti”

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Sconfitta domenica sul campo dell’Enel Brindisi e undicesimo posto in campionato per la Virtus Bologna. Il presidente Renato Villalta questa mattina ha rilasciato una lunga intervista a Il Corriere dello Sport facendo il punto della situazione. «Barra dritta, consapevoli di chi siamo e di cosa vogliamo fare». Renato Villalta rivendica per la Virtus il metro di giudizio opportuno, che è quello riservato a una squadra partita per salvarsi. Spegnendo così, se mai ce ne fossero stati, principi d’incendio, o di delusione, dopo la sconfitta di Brindisi. E anche qualsiasi idea di mercato. Loda il gruppo, loda Valli e il suo staff. Loda anche gli arbitri, ma allo stesso tempo sposa la linea del suo coach, che ha chiesto un po’ di attenzione in più, nelle decisione dei fischietti, per chi investe sui giovani. E fa una rivelazione interessante sulla serata brindisina, una ammissione del presidente dei pugliesi Marino, numero uno di Legabasket, di cui ha sempre contestato il doppio ruolo.

Quindi nessuna delusione? «Abbiamo giocato bene per ventotto minuti, però non basta in una partita che ne dura quaranta. Brindisi è realtà di primissimo piano, noi dobbiamo proseguire sulla nostra strada, quella presa all’inizio. Aumentare sempre di più l’intensità, già trasmessa da Valli ai ragazzi. Quando si perde dispiace sempre, ma bisogna guardare alla realtà. Certo, è un peccato perchè eravamo partiti bene, ora dimentichiamo in fretta».

C’è il derby con Reggio alle porte. «Forse la partita più difficile del campionato, contro una squadra fortissima, completissima Ma a noi far butte figure in casa non piace. Sappiamo che sulla carta è proibitiva, andremo in campo consapevoli che solo lì si deciderà».

E’ d’accordo con Valli e con la sua analisi arbitrale? «Per me gli arbitri stanno facendo bene. Sbagliano come tutti. Detto questo, condivido senza dubbi ciò che ha detto il nostro allenatore. Al 100% siamo una squadra giovane, soprattutto composta da ragazzi italiani. Non dico che vogliamo un metro diverso, ma è corretto il grido di allarme del tecnico».

Non vi sentite penalizzati? «Sia chiaro, l’operato degli arbitri è eccellente. Ho visto molte situazioni dubbie in cui ci sono state fischiate esatte. Poi certo, nel caso specifico, è stato anche il presidente avversario a fine gara, parlando col nostro staff tecnico, ad ammettere che ci avevano penalizzato. Una cosa che gli fa onore. Ma è nostra intenzione non commentare, sono come i giocatori, possono fare belle partite e brutte partite».

In pratica, cosa state chiedendo? «Sa, magari il più smaliziato riesce a non farsi cogliere nell’infrazione, rispetto a un ragazzino meno esperto. Chiediamo solo un’attenzione particolare, perchè siamo giovani: non penalizzare un certo modo di giocare, fatto di grinta e atletismo».

Ha mai pensato che le sue battaglie in Legabasket possano condizionare certe scelte? «E’ una cosa che non mi passa nemmeno per l’anticamera del cervello».

Al di là di questo, ci sarebbe la necessità di dare un’aggiunta d’esperienza a questa squadra? «Quello attuale è un gruppo che, perl’impegno profuso, per come è legato ai colori societari, va benissimo così. Se l’obiettivo è vincere lo scudetto, allora ci sarebbe stato più di tutto. Con gli obiettivi che abbiamo è la squadra ottimale. Perchè ha stimoli, è allenata benissimo, tutti vogliono migliorare e hanno sposato lo spirito della Virtus e del suo coach. Ripeto, va benissimo così. Sia lo staff che i giocatori hanno tutta la fiducia possibile. Poi può succedere, essendo giovani, di sbagliare qualche partita. Capita pure ai veterani. Ma l’approccio è quello giusto. Guardi la partita contro Venezia. L’abbiamo persa, ma il pubblico era contento lo stesso, aveva visto la squadra lottare e non se n’era andata a casa con l’amaro in bocca di chi non vede i giocatori sudare in campo».

Tutto vero, ma con un’eccezione. Si può dire che Gus Gilchrist ci provi anche lui, ma i risultati continuano a essere largamente insufficienti. State pensando al cambio? «La squadra mi piace così, c’è chi rende più o meno, ma non è il momento di pensare a correttivi».

Giriamo la domanda. Si rendesse necessario un investimento per rafforzare la squadra, volontà e disponibilità ci sarebbero? «Prendere un giocatore giusto per prenderlo non ha senso. Ogni società si guarda sempre in giro, per ora è un’ipotesi non considerata. Restiamo sereni e tranquilli. Ci fossero occasioni, non saremmo impreparati».