Dinamo Sassari, Sardara: “Pronto il piano per il nuovo palasport. Vogliamo diventare una vera azienda”
Pensa in grande la Dinamo Sassari del presidente Stefano Sardara. La parabola ascendente della società isolana non si ferma ed è il numero uno dell’armata Sacchetti a puntare lo sguardo sempre più in avanti. In cantiere infatti c’è il progetto di costruzione di un nuovo palasport, paventato già da tempo dalla dirigenza del Banco di Sardegna, che starebbe prendendo sempre più corpo negli ultimi mesi. Come riporta l’intervista odierna del presidente Sardara al quotidiano La Nuova Sardegna, il tassello struttura potrebbe essere apposto al mosaico del progetto Dinamo 2018 e divenire realtà prima di quanto ci si possa attendere. “È un luogo nel quale i tifosi e in generale i cittadini possono cogliere la nostra filosofia e il nostro stile. Il business plan è già pronto, e per avere un progetto esecutivo ci vorranno tre o quattro mesi al massimo, cioè il tempo per decidere quale sarà l’area più adatta per realizzarlo. Ne abbiamo identificato tre, ma alla fine è molto probabile che prevalga su tutte quella davanti a piazzale Segni, che solitamente ospita circhi e giostre”.
Il piano, secondo quanto riportato dal quotidiano sardo, consisterebbe nella costruzione di un impianto polivalente da 7.000 posti a sedere, cui sarebbe affiancato uno di minori dimensioni in cui potrebbero allenarsi tutte le selezioni della ‘cantera’ biancoblu. Non solo, anche cinema multisala, ristoranti, megastore, supermarket, gallerie di negozi, spa e centro benessere, baby parking, Club House e un museo della storia del Club. Il tutto dovrebbe essere finanziato da un fondo bancario per una cifra intorno ai 15 milioni di euro.
“Contiamo di far partire i lavori a maggio, a campionato finito – ammette il presidente a La Nuova Sardegna – e vorrei che una cosa fosse chiara: si tratta di un percorso ineludibile. Intanto perché a ogni partita che giochiamo in casa non possiamo lasciar fuori dalle cinquecento alle mille persone, e poi perché questo palazzetto è ormai obsoleto da molti punti di vista. Inoltre, credo sia arrivato il momento di far diventare la Dinamo una vera azienda. Il risultato sportivo deve essere una variabile non una costante, perché se anche noi punteremo sempre al successo è chiaro che non si può sempre vincere. Si pensi all’esempio del Barcellona calcio oppure a quello di una squadra dell’Nba che l’anno scorso è arrivata penultima nel prestigioso torneo statunitense di basket, ma continua a essere tra quelle che vendono più merchandising e quarta per indice di gradimento”.
Sarebbe un modello da seguire per l’intero stivale. E non può esserci maggior auspicio che quello che burocrazia e cattiva politica non mettano i bastoni tra le ruote a chi lavora per il futuro di un movimento che – per risalire la china – avrebbe tanto bisogno di ripartire dai suoi impianti sportivi.
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