A2 Gold – Il collettivo di Brescia supera l’estro triestino. Stavolta Tonut e Holloway non bastano
Con una grande prova di maturità, la Centrale del Latte Brescia supera, con il punteggio di 87 ad 81, una Trieste generosa che per poco non ha ripetuto la clamorosa rimonta messa in mostra contro Biella.
Infatti gli uomini di Diana comandano sin dall’inizio, sfruttando le lacune fisiche evidenziate nei ruoli nevralgici della squadra triestina, tarpando le ali alla stella Tonut per tre quarti match, esibendo una forza collettiva che questa sera ha destato buona impressione.
E’ nella seconda frazione che Brescia si produce nell’allungo, risultato poi quello decisivo, grazie anche alle litigate con il ferro dalla linea della carità,e non solo,da parte degli uomini di Dalmasson, ad una regia puntuale di Fernandez e all’impatto positivo di Alibegovic e Benevelli, pronti ed efficaci al loro ingresso sul parquet.
La differenza di 17 punti patita dai padroni di casa all’intervallo lungo, rende giustizia a quanto visto in campo.
Né la musica cambia nel seguito della partita, con Brescia che arriva a toccare anche i 23 punti di margine a proprio favore. Questo almeno sino ad 8 minuti dalla fine, finoa a quando cioè, Tonut ritorna ad essere quel giocatore straripante di questo inizio torneo e Brescia accusa dell’evidente affanno fisico,dovuto probabilmente agli acciacchi e alle fatiche della partita di infrasettimanale di Torino.
Così la partita si rianima ed i biancorossi di casa la quasi riaggrappano, tornando sul -6 a poco più di un giro delle lancette dalla sirena, ma la giostra dei liberi gira in favore degli ospiti, con pur con qualche patema, con freddezza riescono a portare a casa i due punti regalando agli uomini di Dalmasson un meritatissimo onore delle armi. Brescia, dunque, con questa importantissima vittoria, dice di essere una grande .
Porta a casa il bottino, pur non producendo percentuali al tiro fantascientifiche, anzi, senza un vero giocatori che spacca il match ma con tanti atleti capaci di mettere il mattoncino giusto al momento opportuno, questo sia in attacco che in difesa.
Loschi, Nelson ed Alibegovic si sono messi sulle tracce del pericolo numero uno di Trieste, quel Tonut che ha già fatto piangere diversi difensori, Fernandez ha letteralmente distrutto nel confronto personale Grayson, sfruttandone tutte le incertezze del momento, Benevelli, entrato in partita a sostituire un non entusiasmante Cittadini, si è reso protagonista della classica partita dell’ex, velenoso ed opportunista quanto basta, ha sculacciato puntualmente gli inesperti Marin e Candussi, risultando un fattore importante nella partita. Il match ad ombre e luci di Brownlee, tanto efficace a rimbalzo, quanto pasticcione in attacco, alla fine non ha inciso molto sulla prova di squadra degli uomini di Diana, coach che ha saputo costruire, da quanto visto al Palatrieste, una squadra molto compatta, esperta, organizzata in attacco e ringhiosa in difesa, capace di controllare i tabelloni in difesa e di costruirsi diverse seconde opportunità in attacco, grazie ad un’ottima reattività atletica di tutti i giocatori in campo. Oltre a ciò, va messo in rilievo la grande personalità con la quale la squadra lombarda, oggi con una simpatica divisa vintage dal sapore anni 70, ha saputo gestire l’andamento della partita, dimostrando di aver tutte le carte in regola per continuare un campionato al vertice.
Trieste, invece, è tornata ad essere quella squadra a trazione offensiva a due cilindri, Tonut ed Holloway. Il primo messo fuori match per 30 minuti dalla spietata caccia dei segugi ospiti, esplode fragorosamente nell’ultimo quarto siglando venti punti in meno di dieci minuti, ergendosi in condottiero coraggioso dell’esercito triestino. Il lungo Usa, si rende utile con la sua solita partita dal format casalingo: buone iniziative in attacco, ottimo a rimbalzo, per tutta la prima parte della partita Trieste, offensivamente, è solo lui. Il resto si racconta con le solite generose partite difensive di Mastrangelo, Coronica e Fossati, con qualche bella inziativa di Prandin, con le discese ardite e le risalite di capitan Carra, con gli onesti minuti in campo dei giovani lunghi Candussi e Marini, insufficienti però ad arginare lo strapotere biancoazzuro nel pitturato. Stavolta non è bastato, anche perché Dalmasson continua a giocare con un Usa in meno. Dispiace rimarcare un’altra prova insufficiente di Grayson, anche perché si vede che al ragazzo l’impegno non manca ma preoccupa, a parte la solita improduttività offensiva, l’inadeguatezza fisica dimostrata oggi al cospetto di Fernandez che a più riprese lo ha sbeffeggiato in attacco, annulando qualsiasi sua iniziativa in difesa. Incapace di saltare l’uomo, di creare gioco per i compagni, il buon Grayson non riesce nemmeno a sfruttare la sua velocità, o presunta tale, né in fase offensiva né, tantomeno, nella propria metàcampo.Un bel rebus per Dalmasson, che spesso cerca di incoraggiarlo, non avendo però riscontri positivi da parte del giocatore. Tanto che il giovane Usa ha assistito alla rimonta triestina, seduto sul pino. Solo un caso?. Peccato, perché con un play più proficuo, probabilmente Trieste potrebbe ambire a qualcosa di più che non una tranquilla salvezza.
Un po’ di numeri.
Brescia si costruisce 19 seconde opportunità, vincendo la battaglia sotto le plance: 46 carambole arpionate contro le 37 triestine.
Luna storta per Trieste, solo 13 su 23 a cronometro fermo, Brescia tira di più e meglio,24 su 32 dalla linea della carità; fattore importante per il risultato finale.
Da aggiustare il mirino dalla lunga distanza per entrambi i quintetti, 5 su 22 per Brescia, 6 su 22 per Trieste: oggi gli anelli del Palatrieste sono stati messi a dura prova.
Individualmente spicca la coralità di Brescia: 14 punti per Fernandez, per Brownlee con un migliorabile 5 su 19 sul campo ed un apprezzabile bottino ai rimbalzi(13) ed un vivace Alibegovic, 15 per mister utilità Nelson, per lui anche 11 rimbalzi e 5 assist, 16 per Benevelli, top scorer dei suoi.
Più facile elencare i bravi di Trieste: Tonut, 27 points, con la macchia delle 6 perse ed Holloway, 21 piu’ 17 rimbalzi.
Buona cornice di pubblico, sulle 3000 unità, a cui si aggiunge un pipistrello che per tutti i primi 20 minuti ha volteggiato tra i riflettori del Palatrieste. Per battere questa Brescia ci sarebbe voluto proprio un Batman in biancorosso. Tonut ed Holloway stasera non sono bastati.
Pall. Trieste – Centrale Latte Brescia 81-87
Trieste: Tonut: 27, Grayson 5, Candussi 6, Holloway 21, Prandin 6, Fossati 2, Coronica, Venturini ne, Boniciolli ne, Mastrangelo 2, Carra 9, Marini 3;
Brescia: Fernandez 14, Cittadini 7, Loschi 4, Nelson 15, Brownlee 14, Bolis ne, Albegovic 14, Bonvicini ne, Benevelli 16, Tomasello, Giammò 3;