I media americani lo hanno demolito come potevano, definendolo antipatico, autoritario, sopravvalutato e con uno stipendio eccessivo. Eppure molti lo hanno consacrato come il miglior giocatore degli ultimi vent’anni (dimenticando LeBron? Durant?) ma tanti altri lo accusano del declino dei Lakers, che con lui ha vinto cinque titoli ma che da qualche anno si ritrova in fondo alla classifica della Western Conference. Colpa quindi degli scarsi risultati di Kobe Bryant? L’eccessivo ego del giocatore non va a suo favore neanche tra gli spogliatoi, dove è evidente che i suoi compagni ne hanno abbastanza di certi atteggiamenti dittatoriali.
Nessuna stella vuole giocare più ai Lakers, e sembra surreale dirlo, ma non vedendo un miglioramento nelle strategie della squadra, la situazione si fa sempre più tesa e pesante. Bryant ha uno stipendio altissimo (48 milioni di dollari nei prossimi 2 anni) e non è disposto a rinunciare a questa ricchezza, non lasciando quindi spazio ad altre soluzioni.
Los Angeles è in vera crisi, in profondo allarme e l’aria che respira non è certo appetibile, cosa fare? Tagliare stipendi è fattibile solo se si gioca in un gruppo vincente e purtroppo in questo momento non è il loro caso. Bryant resterà impassibile o rinuncerà a qualche dollaro? Potrebbe essere un aiuto, almeno economico, perché per il resto, le cose da cambiare sono davvero tante. Forse un risveglio del campione può trainare il successo dei Lakers? Probabilmente, ma non basterà solo questo.
