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Milano, Kleiza «L’EA7 è una grande squadra con grandi ambizioni e molto da provare».

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shawn james, marshon brooks, joe ragland, linas kleiza, trent meacham, milanoArrivato quest’estate a Milano Linas Kleiza si confida in un’intervista alla Gazzetta dello Sport. L’ala lituana inizia parlando della sua nuova città: «E’ da sempre una delle città che preferisco al mondo. Come lo è l’Italia, come Paese: diventando vecchi apprezzi i posti dove si respira la cultura di un grande passato». Poi parla dell’EA7 e del valore di questa squadra in europa: «Sono molto contento, l’EA7 è una grande squadra, un team professionale con grandi ambizioni e molto da provare. E’ eccitante farne parte. Il sogno sarebbe vincere l’Eurolega e tornare in alto dopo la scorsa stagione che non è stata positiva. L’Eurolega è davvero imprevedibile, noi siamo da subito in un girone difficile – prosegue Linas -. Ma l’EA7 non è più una “underdog”, un’ outsider, dopo quello che ha fatto l’anno scorso nessuno può prenderla sotto gamba. Milano ha un grande talento in tutti i ruoli, ha bisogno di lavorare duro per esprimere tutto il suo potenziale ma mi piace l’enfasi con la quale ci viene chiesto di giocare assieme, passarci la palla. Il basket vincente non è egoista». Spazio, poi, per il suo ruolo all’nterno del team: «Mi incastro bene, tutte le squadre sono “guard oriented” perché anche se hai dei centri forti, poi sono gli esterni che devono dar loro la palla. Le nostre guardie creano molte situazioni che posso sfruttare, aprono il campo per situazioni di uno contro uno tra ali e pivot di cui approfittare. Siamo tutti complementari, ora dobbiamo credere l’uno nell’altro».

Ottime parole spese anche per il talento Alessandro Gentile e Andrea Bargnani, suo ex compagno di squadra a Toronto: «Ale è giovane e già tosto, ha qualità da guardia e dimensioni da ala, è tipo di giocatore unico che l’Italia non ha mai avuto. Ha potenzialità di una superstar Nba. Andrea è stato incompreso in molte occasioni, non capito. E’ uno dei più forti con cui abbia mai giocato, viene criticato perché non mostra una grande aggressività, è stato facile diventare il bersaglio preferito di tutti. Ma è un giocatore straordinario e se sta bene a New York farà delle grandi cose».

Infine alcune dichiarazioni sulla sua nazionale e sull’ultimo mondiale: «Difficile avendo fatto tutto il cammino dalla parte degli Stati Uniti potevamo solo sperare nel bronzo che purtroppo ci è sfuggito. Ma i ragazzi hanno fatto un buon lavoro. Non ho chiuso con la Nazionale, quest’estate avevo bisogno di recuperare la forma e la salute, cose contro cui ho combattuto per tutta la scorsa stagione, ed essere al 100% per la prossima. Ma sono lituano, orgoglioso di giocare per il mio Paese. Se le condizioni me lo permetteranno, lo farò di nuovo».